Varoufakis: “il mio vile crimine” contro la troika”

per Gian Franco Ferraris
Autore originale del testo: Yanis Varoufakis
Fonte: Treason charges: What lurks behind the bizarre allegations
Url fonte: https://www.facebook.com/permalink.php?story_fbid=712773828827006&id=128744460563282&substory_index=0

di Yanis VAROUFAKIS  30 luglio 2015

Il tentativo bizzarro di potermi incriminare per … l’accusa di tradimento, presumibilmente per aver cospirato per spingere la Grecia fuori dalla zona euro, riflette qualcosa di molto più ampio.

Essa riflette uno sforzo determinato a delegittimare la nostra lunga trattativa di cinque mesi (dal 25 Gennaio al 5 Luglio 2015), con una troika esasperata, nella quale abbiamo avuto l’ardire di contestare la saggezza e l’efficacia del suo programma fallito per la Grecia.

Lo scopo dei miei sedicenti persecutori è quello di caratterizzare provocatoriamente la nostra posizione negoziale come un’aberrazione, un errore o, ancora meglio dal punto di vista dell’establishment oligarchico troika-friendly della Grecia, come un ‘crimine’ contro l’interesse nazionale della Grecia.

Il mio vile ‘crimine’ è stato che, esprimendo la volontà collettiva del nostro governo, io ho personificato le seguenti colpe:
Ho affrontato i leader dell’Eurogruppo da pari a pari, come un membro di pari dignità che può dire ‘NO’ e presentare potenti ragioni analitiche per respingere l’illogicità catastrofica di concedere enormi prestiti ad uno stato insolvente in condizioni di un’autodistruttiva austerità;
Ho dimostrato che si può essere un europeista impegnato, sforzarsi di mantenere la propria nazione nella zona euro, e, allo stesso tempo, rifiutare le politiche dell’eurogruppo che danno all’Europa la possibilità di decostruire l’euro e, soprattutto, intrappolare un paese nella spirale del debito determinata dall’austerity;
Ho pianificato misure d’emergenza per quello che i principali colleghi dell’Eurogruppo, e gli alti funzionari della troika, minacciavano durate le discussioni faccia a faccia;
Ho svelato come i precedenti governi greci hanno trasformato gli uffici governativi più importanti, come il Segretariato generale delle Entrate Pubbliche e l’Ufficio statistico greco, in dipartimenti efficacemente controllati dalla troika per essere costretti al servizio di indebolire e scalzare il governo eletto.

E’ ampiamente chiaro che il governo greco ha il dovere di recuperare la sovranità nazionale e democratica su tutti gli uffici amministrativi dello Stato, ed in particolare quelli del ministero delle Finanze. In caso contrario, continuerà a perdere gli strumenti di policy making che gli elettori si aspettano si utilizzino per la realizzazione del mandato da loro conferito al governo eletto.

Nei miei sforzi ministeriali, il mio team ed io abbiamo escogitato metodi innovativi per lo sviluppo di strumenti del ministero delle Finanze per affrontare in modo efficace la crisi di liquidità indotta e causata dalla troika, recuperando poteri esecutivi usurpati dalla troika con il consenso dei governi precedenti.

Invece di incriminare e perseguitare coloro che, fino ad oggi, hanno interpretato la funzione all’interno del settore pubblico come servitori e luogotenenti della troika (mentre ricevevano i loro sostanziosi stipendi grazie alla pazienza dei contribuenti greci), i politici e i partiti che l’elettorato ha già condannato per i loro sforzi di trasformare la Grecia in un protettorato sono ora quelli che mi perseguitano, aiutati e spalleggiati dai media degli oligarchi.

Indosso le loro accuse come medaglie d’onore.

La fiera e onesta negoziazione che il governo di SYRIZA ha condotto fin dal primo giorno in cui siamo stati eletti ha già cambiato in meglio i dibattiti pubblici europei. La discussione sul deficit democratico che affligge l’Eurozona è ormai inarrestabile.

Ahimè, le cheerleaders interne della troika non sembrano in grado di sopportare questo successo storico. I loro sforzi per criminalizzarlo si infrangeranno sugli stessi scogli che hanno distrutto la loro sfacciata campagna di propaganda contro il ‘No’ nel voto al referendum del 5 luglio: la grande maggioranza del popolo greco senza paura.

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