Vuoto a perdere

per Gian Franco Ferraris
Autore originale del testo: Luigi Altea
Una nipotina del Duce alla Presidenza del Consiglio, un fascista alla Presidenza del Senato, un leghista misogino alla Presidenza della Camera, ministri e sottosegretari a garantire l’impunità e gli interessi di un delinquente: proprio un bel capolavoro!
Il geniale artefice di questo disastro dovrebbe camminare svelto rasente ai muri, possibilmente solo dopo l’imbrunire, con una spessa mascherina, e passare da un marciapiede ad un altro per evitare di essere riconosciuto.
Dovrebbe mordersi le mani, darsi i pugni in testa, non darsi pace, divorarsi dal rimorso: ma guarda quanto sono stato cretino, ma come sono stato stupido, ma si può essere più imbecilli di così!?
In preda ad una mortificazione cocente dovrebbe dare segni di una forte crisi depressiva, e allarmare amici e familiari con preoccupanti propositi autolesinistici.
E’ vero, dovrebbe…Ed invece no!
Dopo aver portato a sbattere il convoglio che gli era stato affidato, anziché affrettarsi a restituire le chiavi, il libretto e la patente, generosamente si è offerto di guidarlo ancora per altri sei mesi…
E tuttavia sarebbe ingeneroso prendersela con Enrico Letta.
A mio parere la colpa è soltanto della voracità degli studenti francesi che hanno svuotato il loro professore di tutta la sua scienza politica, e di tante energie intellettuali.
Enrico Letta ha trasferito la sua sapienza politica, la sua arguzia strategica, e il suo fine fiuto tattico ai suoi studenti con tanta generosità… da restarne privo del tutto.
E a noi i Francesi lo hanno restituito così, in queste tristi condizioni pirlesche.
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