Cuperlo: “Il congresso del Pd non deve partire dai nomi, servono le idee”

per Gian Franco Ferraris
Autore originale del testo: Gianni Cuperlo
Un’inflazione media al 10.9% è costata nel 2022 circa 100 euro in più a famiglia solo per pane, pasta, farina e riso. Come sempre c’è chi non se ne è accorto e chi non ha riempito il carrello spesa. Si chiama emergenza povertà. La destra risponde con una flat tax aumentata a 85mila euro determinando nuova evasione e una discriminazione sulle aliquote tra lavoratori a parità di reddito. Per loro contano solo le cambiali firmate nella lunga campagna elettorale. Un taglio del cuneo fiscale limitato e quindi non strutturale. Aiuti a famiglie e imprese sulle bollette per i primi tre mesi e sul dopo l’incertezza più totale. L’aumento delle pensioni minime solo per gli over 75 assieme a una soluzione penalizzante per opzione donna. In compenso procedono a occupare ogni posto occupabile in una ubriacatura di potere che ci mostra la destra per quel che è. Detto ciò svegliamoci noi perché di fronte a questa fotografia lo spazio dell’opposizione esiste e chiede alla sinistra di occuparlo. Con parole semplici e chiare. A breve la proposta per il nostro congresso e sarà giusto che ciascuno la giudichi nel merito. Adesso è tempo di ripartire.
Un abbraccio
PS. Scusate, ma aggiungo anche una conversazione con Rosanna Lampugnani (che ringrazio) uscita stamane sulla Gazzetta del Mezzogiorno. Buon pomeriggio a voi.
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Onorevole Gianni Cuperlo, cosa la differenzia dagli altri candidati alla segreteria nazionale del Pd?
“Ho stima e amicizia verso ciascuno di loro, semplicemente penso sia necessaria una discussione profonda sulle ragioni che in quindici anni ci hanno fatto perdere oltre sei milioni di voti, con due scissioni guidate dai due segretari più longevi, Renzi e Bersani, e portato alle sconfitte del 2018 e del 2022 con la Fiamma tricolore oggi a palazzo Chigi. Su tutto questo e sul futuro del partito non c’è mai stata una riflessione seria. Ho deciso di candidarmi per provare ad arricchire la discussione e perché sono convinto che questi problemi non si possono risolvere solo con la conta su un nuovo leader”.
Lei nel 2013 si candidò alla segreteria del Pd e fu sconfitto da Renzi, oggi non teme di rappresentare “il vecchio”, mentre Schlein è considerata “la scossa” e Bonaccini il “governismo”?
“La scossa serve più che mai e credo arriverà dalle proposte di ciascuno, però ripeto non si deve partire dai nomi, a noi servono le idee. Sono convinto che ogni candidatura arricchirà la riflessione di tutti. In questi giorni mi ha colpito che la nostra proposta sia sostenuta da tanti che questa volta pensavano di non partecipare”.
Cosa risponde a chi dice che lei sfida Schlein sullo stesso terreno di gioco di sinistra?
“E’ un modo sbagliato di guardare al congresso, anche Bonaccini e Paola De Micheli sono di sinistra, non si tratta di spostare il Pd più di qua o di là, ma definirne l’identità. Il Pd oggi è incalzato da Conte e Calenda che vogliono sfruttarne le difficoltà per catturare quote di consenso. Vorrei dire loro che mai come oggi l’avversario è la destra”.
Uno dei temi, particolarmente spinoso in Puglia, è quello delle alleanze – Azione o M5S, governismo o opposizione – tanto più che Bonaccini ha detto che se vince il suo Pd sarà al lato del governo per fare proposte alternative. Lei cosa ne pensa?
“Che non si può fare altro che opposizione a un governo che colpisce i migranti e il diritto di manifestare, premia gli evasori fiscali e colpevolizza la povertà. Quanto al governismo il problema c’è: l’ultima volta che abbiamo vinto nelle urne è stato con Prodi nel 2006, ma abbiamo governato per dieci dei sedici anni che ci separano da quel voto. Questo ha accentuato la frattura con il nostro mondo anche se ci siamo fatti carico della crisi, della pandemia e della guerra. Oggi il nostro dovere è condurre un’opposizione seria e di merito, nello stesso tempo dobbiamo costruire e condividere un’alternativa larga e vincente per quando torneremo alle urne”.
In Puglia è davvero ineluttabile l’alleanza con i Cinquestelle, così come sembra?
“Norberto Bobbio, rivolgendosi alla sinistra, diceva: discutono del loro destino senza capire che dipende dalla loro natura; definiscano la loro natura e avranno chiaro il loro destino. Questa frase dovrebbe essere in calce alle piattaforme di tutti i candidati alla segreteria del Pd perché le alleanze sono parte integrante della nostra identità politica e devono essere coerenti con l’impianto di valori di un partito della sinistra europea. Nel 2021 a Nardò ho sostenuto il candidato del centrosinistra, ritenendo fosse incompatibile con la battaglia politica del Pd appoggiare il sindaco uscente di destra coi suoi trascorsi vicini a Casa Pound”.
Il suo giudizio sull’autonomia differenziata proposta dal ministro Roberto Calderoli.
“Irricevibile per il metodo, quella proposta non è passata dalla conferenza Stato-Regioni, e per il merito perché oltre a tutto il resto in assenza dei Lep, i livelli essenziali delle prestazioni, quella proposta diventa premessa per frantumare l’unità e la coesione del Paese con le disuguaglianze Nord-Sud destinate ad esplodere. In passato anche a sinistra si è sbagliato a sottovalutare le conseguenze di una frattura che non a caso è cara alla Lega, ma che dovrà trovare nel Pd una reazione ferma”.
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