Fonte: Lucia Del Grosso
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di Lucia Del Grosso – 8 novembre 2014
Segnalo questo prezioso post di Gabriele Pastrello: https://www.nuovatlantide.org/la-scalata-di-renzi-al-potere/
Ce ne sarebbe di roba da discutere, ma prendo spunto dalle conclusioni: la resa degli elettori PD.
Con la sua consueta onestà intellettuale Pastrello dice che gli elettori delle primarie del 2012, che hanno decretato la vittoria di Bersani, e quelli del 2013, che invece hanno fatto trionfare Renzi, sono sostanzialmente gli stessi. Certo, è comodo per noi antirenziani (e gufi e rosiconi) dire che le primarie che hanno incoronato Renzi sono state inquinate dal voto di destra. Ma sarebbe una scorciatoia non si sa se più consolatoria o propagandistica e questo a Pastrello non interessa: da serio intellettuale lui è convinto che prima si fa analisi e poi propaganda e non il contrario.
Anche perché continuare con la giustificazione che ha votato per Renzi perfino Gustavo Selva non serve né a capire, né ad agire, è solo una lagna e la lagna non è una categoria politica.
Quindi ammettiamo una volta per tutte che è il popolo di sinistra che ha consegnato le chiavi del partito, e da lì al governo, a Renzi e andiamo avanti.
Perché questo benedetto popolo di sinistra, che l’anno prima aveva votato per Bersani, una personalità politica e psicologica diametralmente opposta, appena l’anno dopo ha consegnato partito e governo a Renzi? Perché se oggetto della consultazione fossero state le chiavi di casa, moglie compresa, gli avrebbe consegnato pure quelle, prego, accomodati, non fare complimenti.
Stremato da un ventennio berlusconiano, snervato dal caos parlamentare che ha silurato due candidati alla presidenza della Repubblica, deluso da una vittoria che si è sfumata in non vittoria, una parte di elettori di sinistra ha pensato: “In vacca tutto, voglio vincere”, un’altra: “Vinciamo, poi si vede”.
E’ semplicistica come analisi? No, per chi sa che il rasoio di Occam non è un attrezzo per farsi la barba.
Ma convince soprattutto quelli che pensano che le analisi debbano essere utili, cioè devono permettere di attrezzarsi per il futuro. E’ l’analisi di Pastrello è certamente più utile della spiegazione consolatoria: “Che ci possiamo fare, ha conquistato il partito con l’aiuto delle destre”. Quella è la vera resa!
Perché il passo successivo è: ma il voto a Matteo Renzi è poi un’adesione così convinta, entusiasta, inscalfibile, ecc. ecc.?
Secondo questa lettura no, ecco perché è un’analisi, oltre che corretta, utile per la sinistra.
E che sia un’analisi corretta lo dimostrano i vari segnali, dall’adesione di quel popolo di sinistra che ha votato il PD di Renzi alla manifestazione della CGIL, all’indignazione per le manganellate ai lavoratori e alle manifestazioni che si diffondono sempre di più di critica e opposizione a un governo nato all’insegna di quello che si sa e quello che non si sa, ma si intuisce del Patto del Nazareno.
Affinché questa analisi utile venga anche “messa in esercizio” occorrerebbe che convincesse anche la sinistra PD, quella che si è arresa prima ancora degli elettori trascinandoli in questa colossale mistificazione del Partito della Nazione, la cui unica attrattiva è, per molti elettori storici di sinistra, che fa vincere, poi si vede. Su quello che si è visto dopo e che fa presagire quello che si vedrà non ci riflette nessuno. Intanto i Giovani Turchi mettono le mani davanti e dicono che anche quello che si è visto è di sinistra.
Se si convincesse che quella di Pastrello è una buona descrizione arriverebbe alla conclusione che ripartire da quel popolo così frastornato da pensare che si può votare Renzi, ma anche (aridaje con il “ma anche”) andare alle manifestazioni contro Renzi, è un atto di volontà sensato. Quello stesso popolo votò Bersani appena un anno prima, non nel Giurassico.



5 commenti
Analisi condivisibile!
Mi è ancora oggi ignoto il motivo del perchè quelli del PD ritengano di essere la sinistra e parlano a nome della sinistra. Prodi e Marini non sono mai stati di sinistra, semmai di CENTROsinistra, come il PD da sempre… la sinistra è un’altra cosa
La sinistra vera non si arrenderà mai a Renzi, quelli del PD si, poichè non sono di sinistra.
Il PD è stato il migliore alleato di Berlusconi da sempre, anche quando si chiamava con altri nomi. https://www.youtube.com/watch?v=GJUamGyaANY
Eugenio l’ambiguità del pd é nella sua nascita, non solo per gli esponenti provenienti dalla sinistra DC. Infatti si é definito un partito di centrosinistra che non vuole dire nulla. Diciamo che é stato un esperimento sbagliato e giá darebbe utile che quelli di sinistra nel pd dicessero chiaramente che con Renzi non hanno nulla in comune – perlomeno sarebbe una posizione politica chiara. L’analisi di Lucia é giusta a partire dal riconoscimento che il popolo di sinistra con le primarie si é messo volontariamente nelle mani di Renzi e che la sinistra pd in quel momento si era giá arresa. L’analisi anticipa quello che occorrerebbe fare: incalzare Renzi su alcuni punti cruciali: le tasse, un piano industriale, investimenti pubblici per affrontare il dramma della disoccupazione ed ancora una proposta sul lavoro opposta al jobs act e sulla riforma elettorale. Solo che la sinistra pd in stato confusionale é divisa su tutto e non ha obiettivi comuni. In parte la stessa sinistra pd e SEL ambiscono a qualche sedia del potere locale e Renzi dato vincente fa comodo. La sinistra radicale ha comportamenti politici minoritari e litigiosi