di Alfredo Morganti – 27 settembre 2016
Riflettevo ancora sulla storia della scheda elettorale referendaria. Quella che quasi ti suggerisce come devi votare. Ebbene, ho messo assieme alcuni punti e ho tentato di fare una sintesi interpretativa. Vediamo. 1) Che cosa dice sempre Renzi a proposito del referendum? Che il Sì serve ad abbattere i costi della politica. 2) In che cosa si caratterizza la riforma costituzionale? Nel fatto che vi sia un Senato dopolavoristico, a indennità zero, e una Camera unica intestataria della fiducia al governo. 3) Che cosa ha detto ieri il premier, annunciando che la data delle elezioni è il 4 dicembre? Che è l’ultima occasione, che un’altra non ci sarà, e dunque cogliete l’attimo, sennò vi ritoccheranno D’Alema (magari) e pure Berlusconi (ma questo è certo comunque, perché Renzi e Berlusconi sono la stessa persona). Secondo me, tre indizi fanno una prova. Questa storia di abbattere i costi, di risparmiare, di cogliere al volo le offerte è un po’ il tormentone populista del capo del governo, anzi il suo animus da commerciante. Sembra davvero un banchista del mercato rionale che tenta di piazzare al ribasso una pessima merce, e pure scaduta. Inoltre, l’idea di depotenziare il Senato, o comunque di risparmiare anche qui qualche spicciolo di indennità, sembra la stessa logica delle offerte, una specie di 2×1: prendi due (perché le Camere restano sempre due, checché se ne dica) ma ne paghi una sola, quella dei deputati, perché tanto il Senato è ‘aggratise’, come diciamo a Roma. Infine, nell’idea che questa sarebbe l’ultima chance, io ci leggo una specie di ‘venghino signori, venghino, non sono qui per vendere ma per regalare, non perdete l’occasione’, che poi è l’annuncio tipico dell’imbonitore per agguantare l’interesse di qualche pollo (con tutto il rispetto per i polli). Leggetevi bene, infine, il titolo-quesito referendario: è chiesto esplicitamente se si voglia o meno un ‘contenimento dei costi’ della politica. Fate adesso una sintesi, e ditemi se non è vero che la logica con cui è stata pensata la riforma della Costituzione (poveri noi!) non sia una logica meramente commerciale, da vendita al dettaglio, da merci scontate. C’è l’idea di risparmiare, c’è quella del 2×1, c’è il grido dell’imbonitore, c’è persino il ‘bis’ tipo Conad: metti assieme in carrello riforma costituzionale e Italicum e hai lo sconto. Tutti elementi che mi fanno pensare alla scheda elettorale non tanto come un depliant (che pure è plausibile) ma come a una specie di ‘volantone’ delle offerte con scadenza il 4 dicembre. Una roba davvero tristissima se applicata alla politica. Ma ancor di più se si tratta di cambiare la Costituzione repubblicana, come il governo sta tentando di fare.


