di Lanfranco Turci – 27 luglio 2018
Scrive Michele Prospero:” La strada più giusta è quella indicata da settori di un mondo cattolico che non va verso il popolo, sfida il suo popolo sedotto dal male, come è necessario in fasi di regressione etico-politica. La sinistra deve fare lo stesso, organizzarsi come minoranza dalle grandi idealità che punge il governo e strattona il suo popolo di un tempo e la sua classe dormiente che ora inneggia a Salvini e a Grillo. La disobbedienza, il terreno della resistenza culturale e civile, in attesa che si riscaldi quello sociale, sono i cardini di una controffensiva possibile dopo la catastrofe che prepara una democratura a cemento etno-populista”.
Secondo me la sinistra oggi ha tre strade davanti.
C’è chi pensa al fronte repubblicano inevitabilmente euroliberista, chi pensa alla testimonianza movimentista e cosmopolita tutta dedita ai diritti universali, assolutamente irrilevante, e chi pensa che ci si debba misurare con la rivolta populista, anche se fortemente condizionata dalla destra, prendendo sul serio le sue ragioni e cercandone una risposta in una logica di sinistra, senza rimuoverne i temi, tutti veri e fondati, dall’Europa al ruolo dello Stato nazionale , dalla sicurezza alla immigrazione.
La “minoranza dalle grandi idealità” che “sfida il suo popolo sedotto dal male” in attesa che che “si riscaldi il terreno sociale” la vedo a metà strada fra la prima e la seconda opzione. Mi pare comunque una resa a una sorta di destino storico cui si può solo opporre la lucidità degli ideali e la forza dello sdegno.
Ebbene, lo confesso! Non mi faccio condizionare dalla accusa infamante di neosalvinismo.


