Insulti e monetine. La destra che avanza

per Gian Franco Ferraris
Autore originale del testo: Alfredo Morganti

di Alfredo Morganti – 1 luglio 2019

Il coro di insulti che è piovuto su Carola a Lampedusa è l’epifenomeno e la sintesi della cultura pop della destra italiana. C’è tutto in quelle grida: l’odio, il risentimento, il sessismo, il senso del branco. Non manca nulla al mix che fa da supporto all’ascesa salviniana. Non so sei siano peggio le monetine lanciate a Craxi al culmine di Tangentopoli, segno e simbolo di un più generale odio “picconatorio” verso le istituzioni e i partiti – oppure questi insulti. Io direi questi ultimi, non fosse altro perché sono diretti a una donna molto coraggiosa, ben più dei vili che la insultavano incivilmente. Ma anche quelle monetine non scherzavano affatto come segnale. Tangentopoli realizzava simbolicamente in quel gesto corale (anche qui opera di un branco) il suo obiettivo: fare fuori i partiti che, per quanto in crisi, erano (sono) patrimonio costituzionale, dei cittadini e della democrazia italiana. Si scelse allora la strada più dirompente per ottenere un palmare obiettivo di destra, l’indebolimento della democrazia e la nascita della Seconda Repubblica super maggioritaria, che avrebbe mutato in breve lasso la natura sostanziale della nostra democrazia.

Cosa riflettono invece gli insulti di Lampedusa? Cosa temono, anzi? Temono in primo luogo il coraggio di una ragazza di 31 anni, incomprensibile per il branco di maschi disorientati e impauriti dalla perdita di status e potere sociale. In secondo luogo, temono le Ong, e con esse la società che si organizza, che si articola, che spinge masse umane verso la partecipazione e la cura del bene pubblico, e non le abbandona alla solitudine del mercato e dei consumi. In terzo luogo, temono il contenuto fisico della Sea Watch, quel carico umano di neri, poveri, ultimi, diversi che vorrebbero invece respingere, tenere alla larga, affinché non possano contaminare il ‘popolo’. Immaginateli questi uomini in branco, allora. Davanti a loro c’è una donna coraggiosa, c’è una società che si organizza, partecipa e si cura degli ultimi, ci sono donne e uomini che provengono da un altro mondo. Potevano reagire diversamente se traballa il loro status, se la loro classe dirigente e i loro leader li caricano e li fomentano al risentimento e all’odio giorno dopo giorno?

La società sta assumendo fattezze molto preoccupanti. Questo è il punto. Masse enormi di persone appaiono sempre più frammentate e disperse, chiamate ad esprimere solo paura e risentimento. Non c’è un’organizzazione civile, sociale, politica estesa, attiva, all’altezza della fase. I partiti sono scomparsi e le istituzioni rappresentative sono state soggiogate dal governismo. Questo avvantaggia la destra che soffia sull’odio, che muta la pelle degli italiani, che ne scardina la genetica culturale. La destra che si è presa un popolo soggiogandolo a un’egemonia pervicace. Ma getta in un angolo pure la sinistra, che di questo vuoto politico, di questo carattere invertebrato della democrazia italiana, di questa riscossa antidemocratica ha comunque le sue responsabilità e complicità.

Babelezon bookstore leggi che ti passa

Articoli correlati

Lascia un commento

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.