I terrapiattisti
“Non ci appiattiremo sulla sinistra”, “Non rifaremo il Pds” e via coi ‘”non saremo”…..Ma si rendono conto della coglionaggine in cui cascano i Merola e gli Orlando con le loro astute dichiarazioni? Come se quella di Renzi fosse in fondo una sfida da raccogliere: dimostrandosi più bravi e determinati nell’accreditarsi al centro. Terrorizzati dall’accusa di volere aprire le porte ai quelli della ditta (che peraltro non hanno alcuna intenzione di ‘rientrare’).
Come se quella che riguarda il Pd fosse la questione di calibrare con equilibrio la collocazione su un asse destra-sinistra meramente nominale. Facendo del ‘centro’ (che non c’è) e delle sue misteriose quanto varie latitudini il perno delle scelte politiche e dell’identità. Seguendo in tal modo Renzi sulla sua strada: surrogare il telos incerto o assente (se non delirante come nel vacuo futurismo new age con sede alla Leopolda) con una banale segnaletica spaziale. Mentre il problema del Pd, non da oggi, ma oggi drammaticamente più di ieri, dopo la clamorosa debacle di questo quinquennio, è il progetto di società, l’orientamento ideale e programmatico, le forme della politica, il radicamento sociale…..
Avessero le palle chiamerebbero tutte le forze vive e disponibili, anche e soprattutto quelle disperse della diaspora a partecipare al progetto. Ma c’è da dubitare che le abbiano. Infatti invece di offrire un’idea di apertura inclusione aggregazione tirano fuori queste cazzate che restituiscono l’idea opposta. Dopo aver perso il centro (renziano) non essere schiacciati a sinistra. Cioè ridursi all’osso o al torsolo del nulla. Un partito piccolo e angusto che non sa cos’è. Stupisce questa miopia e questa inadeguatezza nella lettura della fase in persone che pure vengono da una cultura politica (quella del Pci-Pds-Ds) aliena a tali svarioni. Dite qualcosa di sensato, smentite l’orrida sensazione di questa stasi piatta e tremebonda, cioè che il vuoto generato dal passaggio del farabutto sia colmato da un bidone di segatura…


