Fonte: i gessetti di Sylos
Nel precedente “gessetto” abbiamo visto che le emergenze che dominano il dibattito politico intorno alla finanziaria, pressione fiscale e cuneo fiscale, sono dei falsi problemi, o meglio sono problemi falsi se consideriamo il sistema Italia di serie A, invece sono problemi seri se ci consideriamo di Serie B. Quindi dobbiamo deciderci da che parte stare. Più sono seri quei problemi, più vuol dire che siamo in declino.
La miseria del dibattito intorno al fisco e alla connessa evasione, è evidente e traspare da diverse dichiarazioni. Ci si accapiglia sul niente, come è tipico della politica italiana in tanti settori. Come ha detto l’ex ministro Visco, l’unico che nella storia repubblicana abbia veramente cercato di sconfiggere il cancro dell’evasione, tutti gli strumenti di cui si parla sono meri palliativi che non risolvono veramente il problema, e allora viene il dubbio che, ancora una volta, si voglia solo far finta di affrontare la questione.
In questo dibattito sul nulla si distinguono in tanti. Per esempio Di Maio ha tuonato “colpire i grandi evasori e non commercianti e artigiani”, frase che non dice niente di concreto e ci porta al tempo della Dc. Infatti come ho scritto,e spero dimostrato, nel mio ultimo libro (“Chi e cosa ci hanno ridotti così”), la crisi della finanza pubblica in Italia viene dal lato delle entrate e non da quello delle uscite, come ancora si dice, e comincia negli anni ’70 quando la spesa pubblica aumenta dopo l’ “autunno caldo” e per allinearci agli standard di welfare europeo, mentre le entrate restano al palo perché la Dc non vuole disturbare il suo bacino elettorale, fatto soprattutto di commercianti, artigiani e professionisti, cioè i famosi “autonomi”. A questi veniva tollerata tranquillamente l’evasione, anzi veniva facilitata. Di Maio si allinea a questa posizione: certo un bel risultato il ritorno alla Prima repubblica da parte di chi annunciava enfaticamente l’inizio della “Terza”.
Ma ci sono anche altre dichiarazioni significative sul punto. Come quella della Boschi per la quale “il Pd è il partito delle tasse”, solo perché è stato posto il tema dell’evasione. O come quella di Berlusconi per il quale “questo è il governo della tasse e delle manette”, facendo finta di non sapere che se veramente l’Italia fosse capace di esprimere un “governo delle manette” lui starebbe al fresco da quel dì, visto che è stato condannato in via definitiva per reati gravissimi. A quest’ultimo proposito vale la pena ricordare ogni tanto un dato certificato dal Consiglio europeo: per i reati dei cosiddetti “colletti bianchi” (corruzione, evasione fiscale, reati societari, ecc.) in Italia sono in carcere circa 300 persone mentre in Germania ce ne sono circa 6.000, nonostante in Italia la corruzione e l’evasione siano di gran lunga più diffuse che in Germania.
Nel titolo abbiamo accennato anche al partito di Renzi. A me non ha destato alcuna sorpresa l’appello che ha fatto il bulletto fiorentino agli elettori di Forza Italia, era naturale che lo facesse. Stefano Folli, il più autorevole commentatore politico italiano, ha scritto qualche giorno fa che “quelli di Renzi sono toni di un centrodestra moderato”. D’altro canto lo stesso nome del partito lo evidenzia, perché se noi invertiamo le parole di “Italia Viva” abbiamo “Viva Italia” che è parente stretto di “Forza Italia”.


