Mentre Giorgia Meloni, stoltamente, chiede la crisi di governo e ‘libere elezioni’ (libere in questa situazione di allarme e di indispensabile rarefazione sociale?), l’OMS elogia l’Italia per la gestione dell’emergenza. La contraddizione è palese: da una parte una leader politica che si fa due conti e spera di trasformare i sondaggi in risultato elettorale; dall’altra, un organismo internazionale che giudica positivamente l’operato del nostro Paese. Il gioco dell’opposizione è evidente: mettere in difficoltà il governo, giocare sulla crisi in corso, ma senza arrivare davvero ad accollarsi responsabilità concrete (e mica so’ matti).
Lo stato d’eccezione, insomma, sta tracciando una netta linea di demarcazione: da una parte c’è chi continua a fare politica come faceva prima della crisi, con la modalità aggressiva tipica dei maschi alfa; dall’altra c’è chi sta lavorando senza alzare la testa dal dramma sociale e sanitario che stiamo vivendo. È come se l’egoismo comunicativo fosse divenuto inefficace, e vi fosse invece una richiesta di sommessa ma ferma e decisa attenzione e cura delle persone e del bene comune, senza trucchi e giochetti. Adesso, i sovranisti di ieri tutto paiono meno che sovrani. Le persone serie e responsabili si presentano, invece, in totale sincronia con le cose. Un ribaltamento totale, insomma. È entrata in scena la realtà – le comparse di prima ruggiscono ma sono per ora fuori campo.


