Governo, popolo, avvoltoi
Lo sapete. Sono un antipopulista di ferro, e credo che i corpi intermedi siano un bene per il Paese, e così le istituzioni rappresentative, mentre sia il male l’idea stessa che ci si debba affidare a un uomo solo al comando in contatto diretto col ‘suo’ popolo. Eppure, in questa strano stato d’eccezione italiano, il populismo in questa fase è nelle cose e sta funzionando, forse perché il contesto lo esige. Ciò che oggi sta funzionando meglio, appunto, sono da una parte il governo e dall’altra il popolo. Il governo, che dà prova di fermezza, equilibrio, cura del bene comune senza secondi fini. Il popolo, ossia i cittadini, che seguono con discreta diligenza le regole di rarefazione sociale: le strade sono vuote, le case invece piene di famiglie che cercano di resistere. E fa bene Speranza a chiedere un’alleanza tra istituzioni e popolo, quindi, perché coglie il punto e dimostra di essere in perfetta sintonia con la fase.
Quello che non funziona è, invece, la presenza di tanti, troppi individui o gruppi localizzati in zona politica intermedia che ancora si focalizzano principalmente sui secondi fini, sulle proprie ambizioni personali o politiche, concentrandosi sulla propaganda. Qui non si tratta più di dibattito politico o culturale (che nel Paese non è morto, ma è concentrato sulla lotta al virus e tenta di essere comunque equilibrato, pur dinanzi alla tragedia giornaliera). Qui c’è gente che oggi va dal Capo dello Stato a dare i suoi ultimatum, ma che nel momento di epidemia montante chiedeva ‘apertura, apertura’ e adesso sgomita sui media. C’è gente che chiede elezioni anticipate a maggio (!), nella più totale irresponsabilità. C’è gente che si fa intervistare dai media stranieri, rappresentando il 3% scarso dei cittadini, solo per attaccare il proprio Paese in guerra. C’è gente che specula su fatti, vicende, episodi minimi e chiede dimissioni di questo o quello senza nemmeno vergognarsene un po’. Una volta si sarebbe detto disfattisti, oggi diciamo più semplicemente avvoltoi.


