Le mosche tse tse: La destra è così

per Gian Franco Ferraris
Autore originale del testo: Alfredo Morganti

Le mosche tse tse

La destra è così. Quando si spiegava che serviva rarefazione sociale, che il contagio andava contenuto chiedendo alle persone di restare in casa, e andavano fermate le attività economiche non essenziali e chiuse le scuole, ti rispondevano che bisognava aprire, altro che; che bisognava replicare al virus con l’economia, il passeggio, le apericene, lo shopping. Come se il virus fosse sensibile agli appelli alla partecipazione e alla socialità. Tipico caso di risposta insensata e incongrua. Poi, dinanzi alla evidenza della malattia, alla sua letalità, alla possibilità che essa sovraccaricasse le strutture sanitarie al punto di farle crollare, anche calcolando che la Lombardia era loro diretta responsabilità da 20 anni, le stesse mosche tse tse di prima hanno ricominciato la solfa, ma al contrario: chiudete, sbarrate, tappate in casa tutti, guai a chi esce di casa. E ovviamente il governo era per loro colpevole di essere troppo attendista, perché non decideva secondo i tempi della loro propaganda. Oggi che si sta ragionando sulla fase due, gli stessi muscidi petulanti gridano attorno che siamo in ritardo, che se non riapriamo subito siamo tutti morti economicamente e via discorrendo. Cosa aspetta il governo, dicono nelle loro dirette fb, mostrando faccioni misti di indignazione e ispirazione alla tragedia attica? Ecco, il contributo che ha dato la destra in questo mese e più di lockdown è all’incirca questo. Ha preferito il Papeete al Governo, ma pretendeva egualmente di guidare il Paese secondo i propri capricci comunicativi e le proprie esigenze. La differenza è tutta qui: da una parte si fanno i conti con l’emergenza e l’eccezione, dall’altra ci si arrabbatta avendo di vista il potere, ben più che il bene comune.

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