DOPO TANTE CHIACCHIERE, UN TEST POLITICO IMPORTANTE:
IN LIGURIA, SE SANSA VINCE, DIMOSTRA CHE L’ALLEANZA
PD-M5S PUO’ AVERE UN FUTURO. SE PERDE CONFERMA
(COME IN UMBRIA) CHE GLI ELETTORATI NON SI SOMMANO
In una stagione nella quale tutti i cittadini finalmente (grazie alla Rete) possono fare le proprie valutazioni, togliendo il monopolio agli addetti ai lavori, è ineluttabile che i media – per stare al passo coi tempi – moltiplichino le congetture, che spesso non aiutano la comprensione dei fatti. Poi, ogni tanto, finalmente, arrivano i fatti. Le elezioni in Liguria del 20 settembre si profilano come un test assai significativo: le forze che governano a Roma hanno accettato di allearsi anche in Liguria, in una Regione dove Pd e Cinque stelle sono storicamente forti. Hanno scelto come candidato presidente Ferruccio Sansa, un giornalista del Fatto quotidiano, che è un giornale ideologicamente lapidario, ma nel quale possono lavorare fior di professionisti e Sansa è senza dubbio uno di questi. Avere varato un’alleanza (qualcuno, forzando, la chiama di centrosinistra) è un investimento legittimo e politicamente correttissimo: soltanto mettendola alla prova si può verificare se una maggioranza nata per caso, possa diventare strategica. In Umbria l’alleanza tra diversi andò malissimo e il Pd, dopo decenni, perse la guida della Regione, mentre in Emilia-Romagna, il centrosinistra non si è alleato con i 5 Stelle e ha mantenuto la maggioranza. Due risultati che fanno sorgere un dubbio, che è la vera sfida delle Regionali, non solo in Liguria: i due elettorati sono sommabili o, essendo a dir poco diversi, sommandoli, diminuiscono la somma? Il risultato non è affatto scontato: per questo le elezioni liguri, al netto di ogni retorica, sono un test nazionale.


