Informati. Dove? Dal calcio-mercato alla stampa politica

per Gian Franco Ferraris
Autore originale del testo: Alfredo Morganti

Poi dice: informati. Dove?

Chi segue il calcio, segue anche il calciomercato: come sottrarsi, soprattutto in estate? Beh, la stampa sportiva sul calcio mercato dà il meglio (peggio) di sé, avendo introdotto da tempo il post-giornalismo. L’intento delle panzane riportate senza battere ciglio anche dalle testate storiche non è più quello di informare (che poi sarebbe il compito precipuo di un organo di informazione) ma quello di strappare dei click, di modo che cresca il gettito pubblicitario.

Per dire, ci sono siti improbabili che annunciano alcunché di straordinario nei titoli per rinviare poi al testo della notizia e al click necessario per accedervi: il titolo insomma è solo un’esca, un gancio, non un’anticipazione sintetica dei contenuti della notizia. Il bello è che tutto questo produce un crollo della reputazione di chi pubblica le notizie, ma questo ovviamente non interessa: lo scambio è tra reputazione e pubblicità. E tanto basta e spiega tutto.

Veniamo a noi. Anche la stampa politica non sa più che farsene della reputazione. Lo scambio non è solo con la pubblicità (che comunque ben venga) ma con i vantaggi che possono derivarne in termini di interesse verso gli editori. I giornali, i media, diventano strumenti di sviluppo aziendale, di interessi extra-informativi, di potentati, lobby, cricche. Una specie di ufficio stampa dell’impresa che ne è proprietaria. La linea editoriale è determinata da scopi extraeditoriali antecedenti, titoli e articoli potremmo “divinarli” in anticipo tanto sono scontati – e quindi non informano più, se informare vuol dire scrivere o dire cose non banali, che non ci si aspetta di leggere, almeno nei termini in cui li leggiamo.

Se la nostra informazione non informa più, se già so in anticipo chi scriverà cosa, non meravigliamoci che la libertà di stampa nel nostro Paese non viaggi ai livelli dovuti, ma sprofondi nelle classifiche internazionali. E la vicenda Conte questa cosa la racconta tutta. A poche ore dall’esito positivo del Consiglio Europeo è già ripartita la stessa solfa di questi mesi, fatta di bugie palesi e spudorate fake. Più che in regime di post-verità, siamo in un mondo dove lo schiacciamento della notizia sull’interesse economico è massimo, senza più spazio per una mediazione possibile. Il linguaggio diventa direttamente quello di Lor Signori, senza nemmeno un camuffamento. I giornali (quasi tutti) sono scritti su carta aziendale. I media elettronici lottizzati. I social terra di nessuno. Poi dice: informati. Dove?

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