L’Italia è unita, ma non è una bella notizia
Dopo i fatti di Piacenza, dopo gli arresti in Veneto, dopo le bombe d’acqua che non guardano in faccia nessuno (per dire solo le ultime cose) io credo che una cosa di possa dire: l’Italia è più unita di quanto non appaia. Unita tragicamente, unita nel dolore, così com’è stato nel lockdown. Sarebbe, dunque, il caso di non indicare sempre il meridione italiano quando si tratta di mostrare l’inferno, e di pensare invece come l’inferno stesso sia penetrato in tutto il Paese, mischiando nord e sud, appiattendo l’intera nazione sotto detriti di criminalità ed eventi calamitosi. Forse se ripartiamo da qui, da questa consapevolezza, sarà più facile risollevarsi tutti assieme. Non credo che vi siano lembi del Paese “puri”, che possano indicare in altri lembi la causa dell’impasse. Così come in ogni angolo della penisola è possibile, invece, trovare delle eccellenze, non solo in determinate aree geografiche, magari le più ricche. È ora che sia chiaro come non sia il tenore di vita a fare la differenza, né la presunta o meno vicinanza all’Europa, anzi. Laddove girano molti soldi, di solito, sorgono molti e nuovi problemi, e forse più grandi ancora.


