Draghi e il Volantone di Lor Signori

per Gian Franco Ferraris
Autore originale del testo: Alfredo Morganti
Il Volantone di Lor Signori
Prendete il Corriere della Sera, e ditemi se non è una specie di Volantone. Cosa dice oggi? Ovviamente (prima pagina) che Draghi ha la “ricetta”. Quale? Largo ai giovani: basta sussidi (quali?!), perché bisogna investire su di loro (seconda pagina). Paro paro quello che ha detto tempo fa Renzi, l’uomo dei bonus (quello ai 18enni, lo ricordate?) e degli sconticini fiscali. Ovviamente in platea al Meeting c’era Bonomi, l’ineffabile, che, in pieno e irriverente godimento, ha auspicato: spero che la politica ascolti! Poteva, quindi, mancare nel discorso di Draghi un “messaggio al governo”? No di certo (cfr. terza pagina). Poteva, inoltre, mancare l’editoriale di Polito (‘Un Paese ancora sospeso’), dove ci rammenta che è arrivato il tempo in cui non possiamo non fare scelte? L’ennesimo tempo in cui non ci sarebbe più tempo, sul filo di una retorica del fare per fermare il declino noiosa e imbarazzante? No. Poteva infine mancare la citazione dotta di Keynes? Nemmanco! Quale? “Quando i fatti cambiano io cambio il mio pensiero”. E che vordì? Che si fa sempre in tempo a mutare opinione e a pensarla come Lor Signori, che sono buoni, che hanno pazienza, che sono pronti a consolarci quando avremmo cambiato idea e tornati mogi mogi sulla retta via. Nel frattempo qualcuno dicesse a Draghi che lo stanno riducendo a una specie di santino sbiadito del mondo delle imprese. Magari ci rimane pure male. O magari no.
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