Autore originale del testo: Fausto Anderlini
La maitresse
Osservo la Concita su la 7. Con quell’aria di divertita indignazione, fra l’ironico e il sofferto, che è tipica della scuola di Repubblica e che è per me così fastidiosa da farmi simpatizzare con le faine della destra pura, dai Sallusti ai Senaldi. Gente che guarda il mondo dall’alto di una infinita supponenza morale. Dove tutto è decadenza, approssimazione, meschinità, inadeguatezza. Cioè merda. Il governo, i partiti, le istituzioni…persino i media. Un mondo di pavidi e senza eroi, che se si presenta un gigante kamikaze come Calenda che vuol fare il sindaco di Roma (un supplizio degno di San Sebastiano) lo si irride invece di fargli ponti d’oro. Ma si potrebbe dire anche un mondo dove di maestrucoli e maestrine come la Concita se ne contano a bizzeffe, come le pecorelle negli intervalli televisivi. A sparere cazzate supponenti: ogni giorno, ad ogni ora, ovunque caschi lo zapping. Il loro mondo, la loro peristralsica emanazione. Ma chi fu che ebbe l’ardire di mettere questa sbordellata maitresse a dirigere l’Unità ?


