L’incompetenza di un giornalista fa fare brutta figura a Sassoli

per Gian Franco Ferraris
Autore originale del testo: Giovanni La Torre
L’incompetenza di un giornalista fa fare brutta figura a Sassoli
Domenica 15 novembre è apparsa su Repubblica un’intervista al Presidente del Parlamento europeo Davide Sassoli a cura del giornalista Alberto D’Argenio. A un certo punto viene formulata la domanda: “Pensa sia anche necessario e possibile cancellare i debiti contratti dai governi per rispondere al Covid?”, e Sassoli: “E’ un’ipotesi interessante …”. Da questo scambio è scaturito il titolo dell’intervista “Sassoli ‘L’Europa deve cancellare i debiti Covid’”.
Ecco, vedete, queste affermazioni buttate lì, senza le dovute spiegazioni tecniche, vanno poi ad alimentare il populismo, alla stessa stregua di chi alza la voce e afferma che “i vaccini fanno male”, “il Covid e le mascherine sono un complotto”, che la “terra è piatta” e così via. Ha avuto buon gioco Calenda a esporre questo banale concetto: “va spiegato in che modo, perché se cancelli i debiti i creditori vanno gambe all’aria”. Cerchiamo di fare noi un’analisi tecnica della questione.
Il riferimento penso che sia ai fondi del Recovery Fund che l’Ue distribuirà agli stati. Allora, va subito ricordato che detti fondi l’Ue li prenderà dal mercato mediante l’emissione di titoli, se poi l’Ue cancella i debiti degli stati all’Ue mancheranno i fondi per rimborsare i predetti titoli e i sottoscrittori (banche, assicurazioni, fondi pensione, ecc.) “andranno gambe all’aria”, come dice Calenda. Qualcuno poterebbe dire: “No, l’Ue rimborserebbe lo stesso i sottoscrittori con i fondi propri”, ma i “fondi propri” sono forniti dagli stati e quindi sarebbe come se gli stati rimborsassero i debiti.
Il massimo che si potrebbe fare dal punto di vista meramente tecnico, fatte salve le difficoltà politiche e di scelte di politica finanziaria, è rendere quei debiti “irredimibili” tramite l’intervento della Bce, ma mai cancellarli del tutto (salvo che si alzi qualcuno e dica “pago io”). In questa caso la procedura dovrebbe essere al seguente:
1) La Bce compra i titoli dal mercato nei limiti stimati per i costi Covid e, una volta acquisiti al proprio portafoglio, li trasforma da “titoli a scadenza” a “titoli irredimibili”, cioè senza scadenza (qualcuno potrebbe dire che dovrebbe essere allora la Bce a cancellare i debiti distruggendo i titoli acquistati, ma questo comporterebbe un abbattimento del patrimonio della Bce che poi dovrebbe essere ripristinato dagli stati, tramite le loro banche centrali, e quindi in un modo o nell’altro gli stati dovrebbero mettere mano al portafoglio);
2) A questo punto l’Ue trasformerebbe anche i propri crediti verso gli stati, nei limiti dei costi Covid, da “crediti a scadenza” a “crediti senza scadenza”;
3) I debiti dei singoli stati sarebbero quindi senza scadenza, e rimarrebbe l’obbligo di pagare “in eterno” gli interessi. Lo stesso obbligo sorgerebbe per l’Ue nei confronti della Bce.
Confesso che non so come verrebbe considerata questa situazione dalle società di rating, in particolare se il debito irredimibile verrebbe conteggiato come “debito” a tutti gli effetti, con il suo grado di rischio, oppure no. Come pure non so come verrebbe considerata l’operazione dai cosiddetti “paesi frugali”, quindi la fattibilità è tutta da verificare. Circa gli effetti sulla politica monetaria, si potrebbe stabilire che nella misura in cui si procede a questa operazione la Bce ritirerà dal mercato un importo pari di liquidità immessa con il Qe, rivendendo alle banche parte dei titoli che aveva acquistato con il predetto Qe.
Viene spesso ricordato che in passato si è già proceduto in alcuni casi alla cancellazione di debiti, e si fa riferimento in particolare ai debiti di guerra della Germania cancellati al 50% nel 1953, e questa sarebbe la prova che la cosa sarebbe fattibile. Si dimentica che quella volta la cosa fu fattibile per il semplice motivo che i creditori, tra cui l’Italia, rinunciarono ai loro crediti: tutto qui. Se anche questa volta si riesce a trovare qualche creditore che rinuncia ai crediti si potrà fare, altrimenti, per favore, smettiamola di parlare di “cancellazione del debito”, perché si alimenta solo il populismo.
Sia consentita, prima di chiudere, una riflessione en passant. Da quando è stata emarginata la vecchia guardia, e precisamente con l’avvento dei direttori Calabresi e Molinari, il livello qualitativo di Repubblica è sceso moltissimo.
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