Si continua a parlare genericamente di “cazzaro verde”, come ce ne fosse solo uno.
Poiché i cazzari verdi sono almeno due, io credo che sarà sempre opportuno specificare, per evitare confusioni, incertezze e l’imbarazzo della scelta…
Matteo Salvini è il cazzaro verde più conosciuto, per aver prodotto un continuo prolasso di cazzate.
Giancarlo Giorgetti è meno loquace e meno popolare, ma è molto più pericoloso, perché è molto ascoltato, essendo considerato il migliore dei leghisti, il più competente e il più serio.
La differenza tra i due la si può cogliere nell’espressione delle loro facce.
Salvini è più rilassato, perché si libera delle cazzate sparandole a raffica, a rilascio immediato e continuo.
Giorgetti, invece, appare sempre cupo, quasi sofferente, perché le cazzate si sforza di trattenerle il più a lungo possibile.
Ci ha pensato Bruno Vespa, specialista nel ramo, ad aiutare il ministro ad evacuarne una, bella grossa.
Una cazzata non merita di essere drammatizzata, ma forse è utile ricordare che la sovrapposizione del Cancellierato con la Presidenza della Repubblica, nella Germania del 1934 creò la figura del Fuhrer…
Purtroppo non meraviglia che nessuno protesti e si mobiliti contro un ministro che, così platealmente, è venuto meno al giuramento di “osservare lealmente la Costituzione”, con un’oscena proposta di stravolgerla “de facto”, alla chetichella…
Stupisce, invece, che il beneficiario della ipotizzata introduzione surrettizia del semipresidenzialismo “de facto”, non abbia reagito sdegnato.
Salvini chiese per se stesso i pieni poteri, Giorgetti ora li chiede per Mario Draghi.
La storia stabilirà chi dei due sarà stato il più cazzaro.
Nel frattempo di Salvini, che non regge l’alcol ma continua a bere, si può dire che è il cazzaro più stra-facto.
E Di Giorgetti che è il più sobrio cazzaro, di nome e de facto.
