Sergio Mattarella ha confermato che non intende risalire sul Colle più alto

per Alessandro Rossi
Autore originale del testo: Alfredo Morganti
Quante vicende, tante domande
Sergio Mattarella ha confermato che non intende risalire sul Colle più alto. Questo ingarbuglia una situazione già di per sé abbastanza incasinata. Che dirà adesso Draghi? Sceglierà il Quirinale oppure continuerà il suo lavoro da premier? Nel qual caso, si contenterà di traguardarsi al 2023 oppure ‘scenderà in campo’, come si dice con metafora sportiva, per assicurarsi (o solo tentare) un proprio futuro politico? “Quante vicende, tante domande” chioserebbe Brecht. Quella che mi faccio io adesso sembra laterale ma non lo è affatto, anzi: in quale circostanza, quando, finirà lo stato d’eccezione in Italia? Con Draghi sul Colle? Ma non pensate che, in questa fattispecie, avremmo davvero un semipresidenzialismo de facto, come chiedeva Giorgetti? Con un Presidente che nomina un suo fido a Palazzo Chigi, in perfetta continuità. Tanto più ciò varrebbe se Draghi proseguisse da premier: in quel caso si permarrebbe nella situazione attuale, dove i partiti nulla possono, e se anche potessero verrebbero subito tacciati di disturbare (anzi frenare) il manovratore. La classica domanda sorge, quindi, spontanea: che fare?
Io temo che, sinché i soldi del PNRR non saranno prodigamente distribuiti e in cassa non resterà più neanche uno spicciolo, lo stato d’eccezione sarà una specie di stato normale. Diverso il caso se Draghi fallisse nella redistribuzione (non lui eh? ma i partiti che lo sostengono! Lui non fallirebbe mai!), in tale evenienza si crerebbe un tale scompiglio da rendere eccezionale anche la normalità. Allora sì che avremmo un problema non solo di tipo economico, ma politico: le forze che lo sostengono direttamente dalla società e senza più mediazioni, il mondo delle imprese, il complesso industriale-militare (come si diceva ai tempi di Nixon), il coro degli editorialisti non resterebbero con la mani in mano, anzi interverrebbero ancor prima che il fallimento draghiano si profilasse a pieno. Facciamo però il caso che Draghi possa davvero procedere come un leone. Ove non optasse per il Colle (e ove i suoi sostenitori decidessero che egli DEVE restare a Palazzo Chigi) sarebbe inevitabile, per lui o chi per lui, dar vita a una nuova ‘Scelta Civica’, una formazione draghiana pronta a lanciarsi con decisione sul terreno politico. Perché, se non fosse così, Draghi sarebbe stato solo un garante usa e getta nel contesto del PNRR: niente Quirinale e col 2023 (chiusura della legislatura) a fare da ultima spiaggia.
Ma voi ce lo vedete Draghi nell’arena politica? Io no. Non è il tipo. E poi, le forze che vogliono il PNRR, più che un condottiero politico volevano un garante, qualcuno dotato di autorità internazionale, tale da risolvere la “grana” (appunto) del PNRR in loro favore. Tutto qua. Senza altre prospettive. Senza null’altro a pretendere: mettiamo in circolo i 250 miliardi e chi s’è visto s’è visto. Dopo di che, quando si arriverà al saldo finale, ognuno andrà per la propria strada. A quel punto, dicono Lor Signori, potrete riprendervi l’Italia e farne quel che volete, anche mandarla all’ammasso. È destino che si arrivi a questo punto? Oppure, al contrario, si potrebbe fare qualcosa per eleggere un Presidente che sia in primis garante della Repubblica, fuori dalla stretta contingenza del PNRR e fuori dalle magagne che si leggono sui giornali? Mi chiedo: è possibile in questo stato d’eccezione tentare comunque un colpo di reni che porti al Quirinale un democratico, una persona seria, onesta, equilibrata, che guardi lontano, più lontano del’orizzonte dei soldi europei (perché l’Italia poi continua a vivere, non si ferma al saldo del PNRR)? Non chiedo il ripristino delle regole della politica democratica da oggi, da domani, ma una grande persona al Quirinale quella sì che la chiedo. Lasciate, se volete, Draghi a Palazzo Chigi, ma, per il Colle più alto, serve davvero un rappresentante della buona politica. Un punto di riferimento morale. Una persona capace di dare fiducia a un intero Paese, partendo dalla sua base. La buona politica servirebbe sempre, eh, ma oggi tanto più.
Babelezon bookstore leggi che ti passa

Articoli correlati

Lascia un commento

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.