Conte ha evitato la trappola per allocchi

per Gian Franco Ferraris
Autore originale del testo: Fausto Anderlini
La trappola per allocchi
Fatemi capire. Perchè Conte, leader di un partito che è la quarta forza nazionale, avrebbe dovuto candidarsi in completa solitudine, senza il contorno di una elezione di peso nazionale, in un collegio abitato da ceti ostili, ovvero dalla borghesia romana, dove i 5S non hanno alcun seguito, dovendo quindi confidare sul solo traino del Pd, esponendosi a un attacco concentrico dei media ostili e alla rissa a reti unificate col teppista (Calenda) dei Parioli ? Outsider, quest’ultimo, in coppia con l’altro malfattore (Renzi), che non ha nulla da perdere e tutto da guadagnare. Mettere a repentaglio una leadership e un’alleanza politica in una improvvida tenzone alla Orazi e Curiazi per la gioia di Calenda ? Ma qual’è il generale che avendo in cura un esercito acquartierato se ne va in giro per i boschi col rischio d’essere preso in ostaggio da una banda di briganti ? Una condotta non impavida ma solo stupida. Giustamente Conte ha evitato la trappola ed è veramente sorprendente che Letta abbia potuto pensare/proporre una tale boiata.

Il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte
Enrico Letta

A tenaglia su Conte. Renzi: “Uomo senza coraggio”. Calenda: “Lo avrei sconfitto”

Dai leader di Italia Viva e Azione un appello al Pd: “Basta inseguire i grillini”

Giuseppe Conte è il loro bersaglio preferito. Matteo Renzi e Carlo Calenda si trovano sullo stesso lato della barricata quando si tratta di parlare dell’ex premier e attuale leader del Movimento 5 stelle, tanto più quando si parla del collegio Roma1 a cui però Conte ha già detto di non voler concorrere.

Matteo Renzi non è stupito della rinuncia. “Conoscendo la sua proverbiale mancanza di coraggio non ho mai avuto dubbi. È un uomo che vive di sondaggi ma che ha un terrore senza fine di misurarsi con i cittadini. Vive di like, ma teme il voto” dice il leader di Italia Viva in una intervista alla Stampa. “Speriamo torni il buon senso in casa Pd. Non devono rincorrere i grillini, ma fare politica”, aggiunge Renzi, “il Pd dovrebbe provare a vincere le elezioni prendendo la guida del Polo riformista come abbiamo fatto nel 2014 ottenendo il 41%. Oggi mi pare che si stiano accontentando della metà di quei voti. E che stiano rincorrendo le stelle cadenti del grillismo. Loro vedono i sondaggi sulla popolarità di Conte e si emozionano: quando si voterà, vedremo quanto queste emozioni si trasformeranno in voti. La stessa scelta di tirar fuori la candidatura di Conte dimostra che sono confusi, ma ce ne eravamo già accorti sullo Zan”.

Carlo Calenda si era immediatamente candidato a una sfida con Giuseppe Conte al collegio Roma1, sicuro di vincere, forte del 31% ottenuto alle municipali per il Campidoglio. “Conte sapeva benissimo che avrebbe dovuto correre in un territorio non particolarmente fertile per i 5 stelle e che lì con un avversario forte rischiava di perdere” dice a Repubblica il leader di Azione, che a questo punto ritira la sua candidatura. “Per me il problema non sussiste più. Non potevo accettare l’idea che un 5S calcasse i sacri Colli, che il Pd abbandoni i propri elettori a un Movimento che in quel collegio alle Comunali ha preso il 5,3 per cento. È da tre settimane che Enrico Letta ci prende in giro, dicendo che avremmo parlato. Questo modo di procedere di Enrico dimostra che non c’è nessun Ulivo 2.0 ma solo un Conte 2 riveduto è corretto. Lì sono rimasti i dem, nessuno sforzo di ampliare l’area liberale, democratica e riformista. Chiederò al Pd e a una coalizione più larga – annuncia Calenda – di incontrarci per decidere chi candidare, in una coalizione senza i 5Stelle. Nella Capitale i grillini hanno una storia particolare, si sono resi colpevoli di un disastro amministrativo. Non possiamo presentarci ai romani con M5S al nostro fianco”.

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