Autore originale del testo: Fausto Anderlini
Il Presidenzialismo di Via Olgettina
Anche stavolta va riconosciuta a Berlusconi una capacità d’innovazione dai caratteri unici. Neanche eletto al parlamento, dunque come mero elettorato passivo, egli s’è inventato come candidato Presidente che si propone direttamente alla platea degli elettori attivi. Mettendo in opera una vera e propria campagna elettorale, massiva quanto capillare. Con tanto di staff telefonico, certificati di accredito, sponsor, gruppi politici a sostegno, messaggi al paese (e a ogni singolo grande elettore). In questo davvero una torsione presidenzialistica del ruolo, seppure a suffragio limitato. Se si fa astrazione dal caso Bonino, che fu issata dai radicali come un ballon d’essai per mettersi in mostra in vista delle europee che sarebbero seguite (come in effetti avvenne con successo), è la prima volta che accade.
La prassi seguita per tutto il corso della storia repubblicana è stata sempre quella della ‘chiamata’. Al sommo colle non ci si propone ma si viene chiamati dopo accordi, scontri e mediazioni che hanno per soggetti i partiti e per tramite i gruppi parlamentari. Se è vero che non mancano aspiranti ed incumbent fa parte delle regole del gioco che essi stiano coperti, consegnati in una speranzosa attesa di uscire dal mazzo, comunque immoti e silenti. E va da sè che è proprio per questo che alla fine prevalgono eminenze grigie estranee alla politica combattuta o seconde se non terze e quarte fila della politica. I leader politici ‘fanno i presidenti’ esattamente perchè è fatto divieto di candidarsi. Se lo facessero verrebbero impallinati alla prima chiamata.
Quante possibilità questa operazione di andare a buon fine? Molte più di quanto si creda, come si vede ogni giorno che passa. Mano a mano che la stella di Draghi eclissa, esito necessario della stessa scellerata opera di beatificazione inscenata dai ‘draghisti’, la stella nana di Berlusconi manda raggi di luce. Per quanto invornito dall’età e dagli acciacchi Berlusconi non ha perso certe capacità intuitive in soprannumero. Ha capito che il contesto si presta ad una operazione di ‘conquista’ che in altre circostanze sarebbe stata ripudiata come un affronto alla dignità dei grandi elettori. Un governo paralizzato dai veti che però non vuole decadere incastrato a un parlamento delegittimato nella capacità legiferante e di rappresentanza che però non vuole sciogliersi. Con una massa vagante di deputati sganciati da ogni disciplina di gruppo di anomala consistenza. Un Parlamento, quindi, che può essere preso per la gola, nel senso letterale, cioè alimentare, del termine. Ovvero acquistato. Se non con la promessa di un seggio a venire (cosa altamente improbabile) almeno con l’offerta di qualche allettante buonuscita. L’uomo è l’unico, del resto, munito di illimitate capacità di gratificazione. Ed è munifico e generoso. Mentre fra i deputati sono tanti quelli che hanno sulle spalle famiglie non ricche, come le olgettine di Milano due.
In circostanze d’eccezione tirate allo spasimo, in una limacciosa tempesta perfetta, un paese allo stremo e, una classe politica allo sbando nulla è più probabile di un esito grottesco. Ridendo e scherzando ti entra nel culo prima ancora che accada.


