Utopie nell’antichità: Le redduciones gesuite in sud america

per Nicholas Dematteis

Le reducciones Gesuite, erano piccoli nuclei cittadini secondo i quali erano strutturate le missioni della Compagnia di Gesù frutto della strategia missionaria gesuita consistente nella realizzazione di centri per l’evangelizzazione delle popolazioni indigene dell’America Meridionale ( in particolare nella zona di frontiera tra Paraguay, Argentina e Brasile ). Il fine che si prefiggevano era di civilizzare ed evangelizzare le popolazioni indigene. Lo scopo delle Missioni fu quello di creare una società con i benefici e le caratteristiche della cosiddetta società cristiana europea, però priva dei vizi e degli aspetti negativi. Volevano a tutti gli effetti ricreare delle società primordiali, civiltà che potremmo chiamare “ bambine “cioè ancora pure, che potessero ancora diventare perfette.
Erano dei nuovi stati veri e propri: godevano di una notevole autonomia, gli indigeni erano esenti dalla giurisdizione dei funzionari regi, erano liberi da ogni servitù e dovevano solo pagare un tributo al governo di Madrid. D’altro canto però, gli indigeni dipendevano totalmente dai gesuiti e il paternalismo era sviluppato al massimo per cercare di mantenere questa società così com’era. Volevano si evangelizzarla e renderla economicamente indipendente, ma volevano anche che la mentalità fanciullesca rimanesse tale poiché ricordava ai gesuiti i primi uomini, non ancora contaminati dall’ormai tipico male europeo e quindi in grado di diventare perfetti, immagini reali delle scritture bibliche. Questo si riscontrava anche nella struttura di codesti paesi: le reducciones erano infatti organizzate secondo un ordine geometrico perfetto realizzato, con poche variazioni, in tutti i villaggi, ognuna di esse si sviluppava intorno a una piazza quadrata al cui centro c’era una grande croce e un’immagine del santo patrono. In più per far restare intatta questa “ fanciullezza d’animo” l’ingresso nel villaggio era vietato a tutti, eccetto che al vescovo e al rappresentante del governo così da limitare al minimo gli incontri con quello che poteva divenire “ male “.
Intorno al 1630 le riduzioni subirono gravissimi assalti e perdite a opera degli schiavisti. Ottennero da Papa Urbano VIII una viva protesta contro la riduzione in schiavitù degli indios e inoltre, per evitare altri disastri del genere, i gesuiti ottennero da Filippo IV il diritto di organizzare un corpo armato di indigeni, preparato dagli stessi missionari. Da questo momento l’utopia delle reducciones iniziò a vacillare. Il primo passo verso il male europeo era stato fatto, si era creato un corpo armato, ciò significa che ci si preparava alla violenza, e quindi l’immagine dell’uomo biblicamente perfetto sfumava, dato che uno dei primi insegnamenti del nuovo testamento è, per l’appunto, la negazione della violenza
La fine delle reducciones fu determinata non tanto dalle dicerie sui gesuiti (immense ricchezze), ma dalla rivalità tra spagnoli e portoghesi (dunque per fattori politici). Tuttavia né i religiosi né gli indigeni accettarono il trattato. I Gesuiti offrirono ai re di Spagna tributi e ricchezze per cercare di mantenere intatta quella colonizzazione basata esclusivamente sui valori religiosi e culturali. Con il Portogallo non fu possibile nessun accordo a causa dei rapporti deteriorati tra la Compagnia di Gesù e lo Stato. In seguito ai primi scontri scoppiò la cosiddetta Guerra Guaranitica ( da guaranì, nome delle popolazioni indigene di quei luoghi ), dal 1750 fino al 1756. Gli indigeni, completamente disorganizzati, affrontarono le milizie portoghesi e spagnole e non poterono opporre resistenza a lungo. Andava così disfacendosi anche l’ultima speranza di creare un’utopia in quei luoghi, con quelle popolazioni che ispirarono tanta speranza ai padri gesuiti e che ormai erano anch’esse state rovinate dell’uomo “ nuovo “, l’uomo europeo che insegue le utopie ma non sarà mai più in grado di realizzarle a causa della sua natura adesso “ marcia “. La Compagnia di Gesù subì un’intensa campagna diffamatoria in Europa, e nelle Americhe venne incolpata di tutti i mali della regione e accusata di voler creare uno Stato autonomo in accordo con la Corona. Nel 1759 i Gesuiti furono espulsi dal Portogallo, nel 1767 dalla Spagna causando l’arresto dell’espansione missionaria. Gli indigeni rimasti subirono un triste destino: i loro terreni furono occupati, furono privati dei loro averi, subirono abusi di ogni sorta da parte degli europei, furono costretti a rapinare per sopravvivere e molti morirono di fame.

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