La guerra lunga e lo stile di vita occidentale

per Gian Franco Ferraris
Autore originale del testo: Alfredo Morganti
La guerra lunga e lo stile di vita occidentale
La Russia sta vincendo la guerra, o almeno dimostra di avanzare nel Donbass e nell’est con una certa risolutezza, seppur lentamente. Che è poi quello che conta in questi casi. Più l’esercito russo procede e più sarà difficile negoziare, perché più si alzerà la posta di Putin. Lo dico da settimane. Guerra lunga uguale guerra persa. Almeno se si considera “vinta” solo quella guerra in cui le vita dei civili siano il più possibile salvaguardate dagli eventi bellici, dalla sofferenza, dalla morte. E guerra “persa”, invece, quella in cui i combattimenti dimostrano di non rispettare quelle vite, a partire da quelle dei propri popoli. La NATO, da parte sua, lascia intendere che è pronta a sostenere l’Ucraina con armi sempre più moderne, di modo che la resistenza ai russi sia la più efficace possibile (nel senso che gli ucraini giochino una partita che esponga il loro popolo a mille sofferenze, pur di far tornare i conti geopolitici ed economici degli americani e dei britannici).
Guerra lunga pure perché la guerra fa fare buoni affari. Anche qui non ai popoli, che anzi pagano prezzi sempre più alti per i beni che garantiscono la sopravvivenza quotidiana, ma alle imprese e ai potentati che trasformano la guerra stessa in una pentola d’oro. Il giorno in cui si garantirà e assicurerà un “contenimento” degli scontri e degli effetti bellici entro le regioni ucraine più sotto tiro, si otterrà l’equilibrio voluto, quello “giusto”, quello che impone sì una logica belligerante e un’economia di guerra, ma senza che quest’ultima possa sfiorare le sorti degli occidentali benestanti e cosmopoliti che, tra un appello all’Ucraina e l’altro, si fanno selfie in Costa Smeralda, bevono un drink in piscina, oppure continuano a gironzolare imperterriti, mediatizzando la guerra e contenendone gli effetti sulla loro pelle di consumatori. Guerra lunga, circoscritta, dunque, e mercato florido, il connubio dei sogni. Una specie di paradiso in terra per il capitalismo gaudente e lo stile di vita occidentale di questi decenni. L’equilibrio dannato che si cerca sempre in tempo di crisi. Quello in cui pagano sempre gli stessi.
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