Autore originale del testo: Alfredo Morganti
Letta ha ri-parlato (e sta allestendo uno sgabuzzino centrista)
Letta: Impossibili alleanze con chi fatto cadere governo
“Io penso che con i tre partiti che hanno fatto cadere Draghi è impossibile fare alleanze elettorali in questa tornata”. Lo ha detto il segretario del Pd. Enrico Letta, a In Onda Estate, su La7.
Pd, Letta: Complicato immaginare strada comune al M5s
“La mia impressione e valutazione è che sia molto complicato immaginare che coincidano di nuovo le nostre strade” cioè quelle del Pd e del M5s, “dopo una scelta come quella di ieri”. Lo ha detto il segretario del Pd Enrico Letta a In Onda Estate, su La7. Con Conte “dopo ieri non ci siamo sentiti”, ha poi aggiunto, “ha fatto una scelta sbagliata per l’Italia e ognuno di noi sa che il Paese è spaventato e timoroso”.
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Sono dichiarazioni che leggo su Repubblica online. Letta mi pare abbia assunto un atteggiamento totalmente liquidatorio verso Conte, dicendo che le strade di PD (almeno del PD lettiano) e di 5stelle non potranno più coincidere (immagino sia a livello elettorale sia a livello di possibile compagine governativa). Ciò significa che il “campo largo” lettiano diventa un campo stretto, strettissimo, uno sgabuzzino centrista o giù di lì, con Renzi, Calenda, Di Maio e gli ex di Forza Italia. Roba da camminare rasi al muro. A meno che il PD non voglia andare da solo alle elezioni e poi abbracciare i centristi dopo, con comodo, nel caso il centrodestra non vincesse come si pronostica e si prospettasse un nuovo ammassamento tecnico, di responsabili, di uomini di buona volontà, di salvatori della Patria e servitori della Repubblica. Dopo il j’accuse al Parlamento, reo secondo il segretario PD di aver tradito gli italiani, ora c’è questa seconda mossa. Di male in peggio.
La campagna elettorale non è ancora iniziata e già si disegnano le possibile alleanze sulla scheda. Gli elettori di sinistra (soprattutto quelli che si sono nel frattempo “imboscati”), se le cose restassero così, potranno scegliere tra il campo stretto-neocentrista di Letta (Marcucci se la gode), eventuali piccoli schieramenti di sinistra autonomi, oppure i 5 stelle di Conte. Che, così isolati, diventano un’ottima chance elettorale per chi non capisce più la sinistra di questi tempi: ammassata nei governi tecnici, appassionata al centrismo, innamorata degli uomini soli al comando.
No, caro Letta, il Paese non è spaventato e timoroso, semmai lo sei tu. Il Paese è disincantato, con la testa altrove, più sfiduciato che incazzato, pronto ad affrontare da sé il carovita, le fonti energetiche prosciugate, una guerra assurda, accesa e tenuta in vita da classi dirigenti inette (e prone ai profitti privati), una pandemia persistente, risposte sociali che tardano a venire e che, guarda caso, sono sempre in procinto di arrivare quando le esperienze di governo sono all’ultima curva (Bersani) ma fatalmente deragliano (che sfiga eh?). Fu così per Monti e la sua agenda, è stato così per Draghi, sarà così anche in futuro, con al prossima ammucchiata, dinanzi a politici inetti, ma soprattutto codardi. E la codardia non si addice a chi vuole governare decine di milioni di persone che stanno perdendo la passione per il bene pubblico, e ormai fanno da sé, come tanti frammenti ritorti su se stessi.


