I SEGRETI DELL’IMMENSITA’ DELLO SPAZIO E L’EVOLUZIONE NEL TEMPO. I MAGI VENUTI DALL’ORIENTE E L’IMMAGINAZIONE

per Filoteo Nicolini
Autore originale del testo: Filoteo Nicolini

 

I SEGRETI DELL’IMMENSITA’ DELLO SPAZIO E L’EVOLUZIONE NEL TEMPO. I MAGI VENUTI DALL’ORIENTE E L’IMMAGINAZIONE

Non è mai troppo tardi per chiedersi se abbiamo un punto fermo da cui partire per indagare l’origine e l’evoluzione della conoscenza umana. E’ sotto i nostri occhi, ma viene generalmente ignorato per l’emozione del Natale, quando ascoltiamo le parole: ”Gloria a Dio nell’Alto dei Cieli e pace in Terra agli uomini di buona volontà! ”

Eppure, in quella esclamazione è racchiuso un profondo segreto. Ora ne esaminiamo il lato che riguarda i Magi venuti dall’Oriente. L’annuncio dato ai Magi è frutto del perfezionamento della saggezza che era stato possibile raggiungere fino all’epoca del mistero del Natale, per mezzo della più minuziosa osservazione del cammino degli Astri. I Magi levano lo sguardo al firmamento, conoscono i segreti dell’immensità degli spazi e della evoluzione delle epoche. Hanno conquistato una saggezza che li rende capaci di sentire e decifrarne i segreti, tale che a loro dai segni nel Cielo si rivela l’Avvento del Cristo.

I Magi furono gli ultimi rappresentanti di quella saggezza fiorita in epoca post atlantica presso gli Indiani, poi tra i Persiani, gli Egiziani e i Caldei.

Ora non è più attivo ciò che condusse i Magi fino in Palestina. Che cosa è divenuta l’astrologia e l’astronomia? Si è trasformata nell’astratta matematica e geometria e meccanica. I nostri calcoli e la nostra scienza esteriore sono quanto è rimasto, ma nessuna previsione basata su calcoli conduce a comprendere l’evoluzione dell’essere umano così come la comprese la saggezza dei Magi.

Questa via è andata smarrita. Fino all’epoca greco-latina, se si guardava fuori al firmamento si trovavano i segreti degli Astri, degli spazi e delle epoche. E se con spirito sincero guardiamo oggi agli spazi interstellari, vi scorgiamo il richiamo all’unificazione dell’Umanità. Ciò che appare lassù non parla di una differenziazione, non parla di discordanze.

Ma nessuno negherà che l’immagine del mondo che osserviamo ha eliminato la moralità e la spiritualità, e fa apparire solo quanto ci appare naturale. Alla visione contemporanea, impoverita e per molti aspetti cieca, si presenta un sapere per il quale le stelle si muovono secondo necessità meccaniche, dunque amorali, in modo che non è possibile collegare al loro divenire nulla dell’ordine spirituale che esiste nel Cosmo. La spiritualità non è più rintracciabile nei Cieli.

Nello splendore del Sole, nel brillare delle stelle, nei movimenti planetari e della Luna ci appare ai sensi una bellissima e commovente immagine, ma ahimè priva di significato e contenuto spirituale. Da un lato una conoscenza solo materiale, dettagliata e penetrante, dall’altro lato priva di contenuti spirituali. Sono due aspetti la cui sottile differenza va colta.

Ripercorriamo quanto detto. Quando si avvicinò il mistero del Natale la conoscenza dei segni negli Astri era ancora viva in esseri specialmente preparati come i Magi, eredi dei nessi conoscitivi dell’Universo. Che nei tempi antichi si parlasse degli Astri come di Esseri viventi non derivava da una fantasia ingenua ma da una visione spirituale, seppur atavica. Quei Magi non vedevano solo dei punti luminosi e corpi lontani in moto, ma qualcosa di spirituale nelle Costellazioni e nei Pianeti che sfilano nello Zodiaco. Inoltre con la stessa facoltà arrivavano a conoscere i segreti dei minerali e dei vegetali.

Ma quale era quella straordinaria facoltà, da dove derivava? Non dobbiamo ingenuamente pensare che quella conoscenza fosse come la nostra attuale. Il mondo che circondava gli antichi abitanti della Terra appariva diverso agli esseri umani che lo popolavano, era permeato di esseri spirituali. Poi da quel mondo che essi vedevano si ritirò progressivamente l’elemento spirituale, mentre alla visione altre facoltà apparivano, per esempio, la capacità di percepire il blu e i colori più oscuri. Negli inizi della civiltà greca si percepiva il colore nel suo lato più attivo e vivo, verso il giallo-rosso, e non si dipingevano le sfumature azzurre e blu che alla percezione umana apparvero dopo.

Che c’era in sostanza alla base di quella facoltà straordinaria di leggere nei Cieli e di vedervi l’annunzio dell’imminente discesa dell’Essere Solare sulla Terra? Era una speciale facoltà prenatale.

Nel tempo che passiamo tra la morte ed una nuova nascita, nel tempo trascorso prima di rientrare nell’esistenza terrestre, la nostra individualità sperimenta gli spazi universali dal lato spirituale. In coloro che divenivano discepoli dei saggi quello che l’anima aveva vissuto prima di nascere veniva risvegliato e diveniva tale facoltà. L’emergere del ricordo cosmico portava il discepolo a vedere l’elemento spirituale negli astri, Costellazioni e Pianeti, a scorgere il destino che si intravedeva.

La facoltà prenatale che si manifestava nei Magi corrisponde a un conoscere “intellettuale” ma ben diverso da quello di oggi. Era una conoscenza immaginativa dei mondi stellari e del divenire, che per altro calcolava con i numeri e geometrizzava con le figure. Facevano uso di una matematica vivente nella quale ogni astro era allo stesso tempo una entità spirituale. Diremmo che era simile a un conoscere esteriore, volto all’esterno, che si elevava fino alle immensità cosmiche per percepire gli esseri spirituali in azione.

Ora, quello che dava ai Magi la conoscenza dei segreti del mondo stellare si è ritirato verso l’interno, verso il cervello, ed è divenuto la nostra descrizione matematica e meccanica.

La via a percorrere è quindi tracciata in linea di principio. Questa interiorità divenuta arida matematica e meccanica dovrà animarsi ed intensificarsi con le facoltà di immaginazione.

Con il termine immaginazione si intende la capacità di conoscenza al gradino immediatamente superiore alla quella puramente sensoriale. Sia ben chiaro che non si parla qui di fantasia, ma di uno stato conoscitivo che si basa su facoltà latenti che possono essere sviluppate.

Per raggiungere l’immaginazione a cui mi riferisco si procede allo stesso modo di altri saperi umani, e l’apparente mistero e la difficoltà sono simili a quelli di chi non sa ancora scrivere. Dato che tutti possono apprendere a scrivere se seguono il metodo appropriato, tutti hanno la possibilità di raggiungere almeno un certo grado di immaginazione, sempre e quando si osservino certe regole applicate metodicamente. Si tratta di disciplinare la vita dell’anima di forma coerente, coltivando sentimenti, pensieri ed atti di volontà, per acquisire la facoltà di formare immagini senza percezioni sensoriali. Nel luogo delle abituali sensazioni si presentano allora immagini vere e viventi come lo snono le immagini sensoriali, ma senza essere originate nel dominio materiale. I sensi rimangono in tal caso completamente inattivi.

Chi si limita al mondo dei sensi vive nel mondo delle immagini che si forma attraverso le percezioni sensoriali. Il ricercatore spirituale con adeguati esercizi sviluppa la facoltà di disporre di immagini che provengono da un piano superiore presente nell’anima.

Per finire questa esposizione deficiente in molti aspetti voglio accennare a un primo gradino da scalare: di dotarsi di sentimenti di devozione e venerazione per la ricerca del vero, e tale sentimento deve essere accompagnato da una vita interiore più attiva e cosciente, e allo stesso tempo meno legata alle impressioni sensoriali che occupano ed ingombrano l’anima.

FILOTEO NICOLINI

Immagine: Cielo notturno ed astri

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