Le peripezie di un povero compagno nei tortuosi e tristi sentieri della sinistra italiana

per Gian Franco Ferraris
Autore originale del testo: Fausto Anderlini
Diario di un viaggio in terre incognite e faragginose, insidiate dalla sempiterna presenza dell’idiota.
In questi ultimi tempi, dopo l’uscita dal Pd e prima dell’ingresso nella mia tribù ascritta (ricostituitasi sotto le spoglie di Mdp), ho bazzicato un poco ovunque. Mi sono lasciato trascinare dalla diaspora con indolente curiosità. Dopo una vita intera rigorosamente stanziale e sostanzialmente morigerata intra moenia, se non ecclesia, dal Pci al Pd passando per il Pds e i Ds, ho intrapreso un viaggio a puntate nelle galassie pulviscolari della sinistra. Con l’umiltà del pellegrino reietto. seminudo e con scarsella. Detrito fra i detriti, rottame alla deriva, meteorite fra pianetini. Solo per citare alcuni episodi, ho costituito una associazione (Ricominciamo da sinistra) che poi si è sciolta; ho dato vita con altri a a una coalizione civica che poi è stata conquistata da una fazione di Sel coi collettivi al seguito, potendo altresì socializzare coi civatiani, giovani professionisti con la passione dei seminari; ho frequentato il network di Turci dove ho incrociato tanti simpatici ex socialisti (ricredendomi su antichi pregiudizi); ho partecipato al congresso di Si dove udii buone cose ma anche le rutilanti grida di De Magistris; indi feci una capatina al Brancaccio dove si esibivano Falcone e Montanari, civici molto compresi nella loro missione; ivi osservai D’Alema prendere appunti come un umile scolaretto mentre taluni oratori lo insultavano e altri svariati energumeni usavano violenza verso Gotor, un uomo fra i più mansueti che ci siano; dulcis in fundo andai a Fondamenta dove mi trovai finalmente a casa salvo constatare la stazza desolante del ‘leader riluttante’, che poi ebbi modo di udire anche ai Santi Apostoli intervallato dalle grida di Orlando – cosa che mi indusse, pur non avendo assistito dal vivo ad alcuna performance di Emiliano, a dolenti generalizzazioni sui caudilli civici meridionali come genere. E qui termino l’excursus odeporico, non senza segnalare la festa di Mdp a Napoli dove non potei andare ma della quale mi dissero cose mirabili sul feeling di Grasso. Che da allora ho adottato, sulla parola, dismesso Macario, come il mio Alberto Lupo prediletto.
Al termine di questo lungo vagare nella diaspora ho nel frattempo tratto le seguenti conclusioni:
1. Il centro-sinistra è morto, sebbene ci siano vari detriti, proprio in conseguenza di questa dipartita, da raccogliere. Le cause del decesso sono molteplici ma non v’è dubbio che il killer terminale sia stato Renzi, volendo egli trasfigurare il Pd in un aggregato personale a vocazione centrista e trasformista. Operazione killer lucidamente riuscita, consumata col concorso di menti luciferine e di molti utili idioti con la demoniaca rottamazione della sinistra ed aderente peraltro a una situazione sistemica di fatto che dispone il Pd fra la destra e l’antagonismo grillino.
2. D’Alema è stato, dopo Renzi, il primo e più lucido interprete della nova situazione, traendo le conseguenze della morte del centro-sinistra. Ovvero dislocando per tempo i suoi comitati sulla frattura referendaria e ponendo il problema di un nuovo inizio della sinistra. In condizioni di fatto (create dallo stesso Renzi, specie in conseguenza del Rosatellum) che rendono impossibile qualsivoglia alleanza o combine col Pd. Perciò lista unica in vista di una costituente politica di partito, validazione dal basso delle candidature sulla base delle realtà militanti, un autorevole leader di rappresentanza, un programma radico-socialista aggiornato al tempo presente, campo largo di forze, senza preclusioni ma con la volontà di ogni parte di integrarsi nel camelloporco. L’animale post-giurassico, comprensivo, scafato e persino sgraziato ma di robusta costituzione e forti principi che farà da convoglio comune. Perciò nessun artificioso velocipede a più ruote sulla scheda. Lotta dura senza paura. Per esistere e ricominciare una lunga marcia su nuove basi. Come si conviene prendendo atto della chiusura definitiva di un ciclo. . .
3. Come post-scriptum. Nel Pd ancora persistono legioni di individui che un antico e un po’ rozzo lessico usava annoverare come ‘utili idioti’. Cioè persone inconsapevoli che ancora non colgono la natura irreversibilmente neo-centrista del Pd. Sono gli imbecilli che neppure hanno compreso la ratio letteralmente devastante ai fini di qualsivoglia figurazione di centro-sinistra del Rosatellum. A costoro bisognerà rivolgersi con tutta la pazienza didattica possibile acciocchè aprano gli occhi. Ma anche nella sinistra albergano idioti, questa volta inutili, cioè gente preda di un inguaribile narcisismo che la porta a infirmare la causa e a lavorare di fatto per il Re di Prussia. Siccome il camelloporco è comprensivo anche con loro andrà usata tanta pazienza. Ma mettendoli in condizione di non nuocere.
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