L’ARTE DIABOLICA DI FARE IDOLI
Non c’è un filo unico che lega gli avvenimenti di Brasilia all’arte di “fare idoli” antica e universale?
Come sono generati gli idoli da adorare e venerare? Sono il risultato del concorso di due principi, ovvero della volontà e della immaginazione che ripetutamente richiamate ne costiuiscono la formazione e la stabilità. Noi ignoriamo quanto può essere terribile il potere che risiede nella nostra volontà ed immaginazione! Le formazioni mentali generate dalla volontà e dall’immaginazione sono un processo molto misterioso e sottile ma assolutamente reale ed obbiettivo. Al pari dei figli nati dal corpo, questi figli dell’anima sfuggano al nostro controllo e vivono una vita propria. Generati soggettivamente, essi possono divenire forze indipendenti dalla soggettività che li ha creati. In altre parole e usando il linguaggio appropriato, i demoni e gli idoli sono creazioni magiche, perchè la magia è l’oggettivazione di quello che ha la sua origine nella soggettività della volontà e dell’immaginazione, stimolate da continui richiami che si rinforzano mutuamente.
Nel caso del Brasile e della propaganda che ha condotto ai recenti avvenimenti ne abbiamo una manifestazione incubata in molti mesi. Ma lo osserviamo anche mutatis mutandis in altri contesti come per esempio Capitol Hill due anni fa, l’Afghanistan, l’Iran, il suprematismo bianco, e poi le tifoserie del calcio ed altre manifestazioni di fanatismo estremo.
Richiamo brevemente i principi adottati per creare tali formazioni magiche e che agiscono fortemente sulla volontà e sull’immaginazione di chi si fa irretire. Si adotta un simbolo unico che individualizzi l’avversario come nemico perché costituisce una grave minaccia. Nel contempo si rafforza l’immagine del salvatore di turno, partito o organizzazione. In presenza di un grande numero di seguaci, dato che la capacità ricettiva e la comprensione sono ovviamente limitate, il simbolo deve essere adattato al livello più basso affinché l’immaginazione sia facilmente stimolata. La propaganda poi deve limitarsi a un piccolo numero di idee che vanno ripetute ossessivamente e convergenti sullo stesso bersaglio. Si tratta della tristemente famosa frase “ Una bugia ripetuta tante volte finisce per convertirsi in una verità”. C’è inoltre tutta una serie di regole e tecniche per alimentare costantemente l’idolo di fronte alle reazioni dell’avversario: dissimulando e silenziando notizie compromettenti, ricorrendo a pregiudizi tradizionali radicati in atteggiamenti primitivi, e creando la falsa convinzione di unanimità.
Le potenti immaginazioni fortificano la volontà del seguace ed egli si abbandona all’idea che l’idolo di turno deve trionfare su tutto e tutti. I membri del suo esercito debbono far di tutto e di più per realizzare questo compito. Nella misura in cui l’elemento volitivo viene manipolato, sembra proprio di stare osservando a tante forze rese ormai dipendenti dalla soggettività che li ha creati e soggiogate. Il culto agli Idoli fatti dagli esseri umani sembra accompagnare la storia: mentre Moisè riceveva la rivelazione del Verbo sul Sinai, in basso si adorava il Vitello d’oro. Gli idoli, per chi sa vedere, sono una manifestazione di leggi spirituali pervertite per fini egoistici, non c’è forma di spiegarli di altra maniera.
FILOTEO NICOLINI
IMMAGINE: F. VANNI, SAN MICHELE E IL DRAGONE


