Autore originale del testo: Pino Coluccia
PD, UN CONGRESSO PER NON CAMBIARE.
L’inutile e replicante congresso del PD. Un rito affidato al passante-passeggero, all’umorale, al garantito, allo stabilizzato. Quattro candidati privi di qualsiasi rapporto reale e privi di una visione alternativa all’attuale modello sociale ed economico, costruito su un’oppressione sociale a vantaggio di pochi. Una semplice frazione politica della composita borghesia capitalistica italiana, di destra, centro e sinistra, ma tutte convergenti alla conservazione del solo interesse di essa di perpetuarsi come classe dominante. Solo riferimenti alla gestione puramente amministrativa del potere governativo, come massima affidabilità, aderenza e allineamento ai vincoli internazionali ( guerrafondai, di subordinazione militare e economica, manipolazione informativa delle coscienze e oppressione interna delle classi popolari), nel quadro delle attuali gabbie di fedeltà all’imperialismo USA ed alla borghesia Europea. Un’alternanza di governo tra destra e questa pseudosinistra priva di differenze sostanziali e di reali cambiamenti. Una oscillazione tra populismi e autoritarismi. Un congresso che rilegittimi un corpo politico privo di fisicità e identità, dopo la cocente sconfitta e crisi, con un ” nuovo” gruppo dirigente di facciata, alieno a qualsiasi cultura ed esperienza della sinistra radicale sociale, (come lo sono stati i vari precedenti segretari, tutti presentati come grandi innovatori, Veltroni, Bersani, Renzi, Zingaretti, Letta ed i vari altrettanti precedenti candidati cosiddetti alternativi, Orlando, Franceschini, Cuperlo, ecc.), ma che invece riproponga il progetto di perpetuazione di questo camaleontico corpo politico, ostacolo vero di qualsiasi proposito di rinascita della sinistra in Italia. Congresso il cui vero obbiettivo sarà appunto quello di rilegittimare con se stesso, un sistema politico chiuso, autoreferenziale, conservatore e privo di rappresentanza e progettualità. Aspettiamo un’alternativa vera.


