TERREMOTI
Le meraviglie della Natura, come pure i terremoti e le eruzioni vulcaniche, vengono sempre attribuiti al concorso delle forze naturali. Ma non è altro che una abitudine di pensiero, un pregiudizio che nasce nella nostra mente. L’inadeguatezza di tali pregiudizi può vedersi così. Che cosa diremmo se qualcuno ci volesse spiegare il funzionamento dell’orologio, dicendo che è stato costruito con il concorso di forze materiali che ancora agiscono durante la sua marcia? Saremmo perplessi ed obietteremmo che ogni oggetto viene ad esistere perché un essere umano lo ha inventato e costruito. Può quindi essere fatto risalire all’azione di un essere intelligente e volitivo. Questo argomento risale a Aristotele, che fece notare come la familiarità con gli aspetti notevoli della Natura ha eliminato da noi il senso di meraviglia e riverenza. Cicerone lo formulò poi in questi termini: “Quando vediamo esempi di meccanismi, un globo o un artefatto, dubitiamo che esso sia la creazione di un qualche essere intelligente? E quando vediamo i movimenti della volta celeste, come possiamo dubitare che anche questi siano opera non solo della ragione ma di una ragione che è perfetta e divina?” Da allora in poi, osserviamo un ordine discernibile e una mutua armonia nella Natura. La scienza però oggi ci illude sulla vera natura del mondo dei sensi. Essa considera che il suo compito è spiegare le eruzioni vulcaniche e i devastanti terremoti in termini puramente meccanici e termici. Il fatto è che la Terra è ben lontana dall’essere il minerale morto che la scienza ci presenta. Infatti, non possiamo convincerci che quelle leggi che regolano il comportamento della materia possano, per esempio, rendere conto appieno dei nostri stati d’animo. Se arrossisco per un moto di vergogna, se impallidisco per uno spavento improvviso, devo attribuirlo a un riflesso …..dell’anima sulla circolazione del sangue. Certamente, il tutto si svolge nell’ambito delle leggi della chimica, fisiologia e chimica, ma queste leggi obbediscono a un impulso interno, una emozione. In altre parole, il corpo è specchio dell’anima e risponde alle emozioni e alle passioni.
Ci vuole coraggio e spirito di verità per poter penetrare nel proprio essere interiore. Allora l’abisso della propria oscurità sarebbe rivelato, ma ne abbiamo paura e preferiamo persuaderci che la vita materiale e le forze materiali siano le cose più importanti, ovvero che la narrazione dominante debba rassicurarci. Se è rassicurante è giusta. Il fatto è che qualcosa ha oscurato la nostra visione spirituale e allo stesso tempo ha reso solida e opaca la nostra Terra. Possiamo ancora illuderci di vedere nei terremoti e nelle eruzioni solo il concorso di forze materiali? Non intravediamo un parallelismo tra la sfida di penetrare nella nostra interiorità e la sfida di comprendere cosa accade nella nostra Terra? È forse una incapacità, o un difetto di volontà paralizzata dalla paura di scoprire lo spirito che tutto pervade?
Vengono in mente le parole del Fausto. Mefistofele lo esorta così: “Affidati in balia dell’oceano, immergiti nella contemplazione dell’infinito. Là almeno vedrai l’onda accavallarsi sull’onda, e nel momento in cui l’abisso si spalancherà davanti a te, sarai invaso dallo spavento. Vedrai almeno qualche cosa. In seno alla verde profondità del mare calmo vedrai guizzare i delfini, e in alto, il sole, la luna, le stelle, le nubi mosse dal vento. Ma nell’eterno lontano vuoto, non scorgerai più nulla, non sentirai più il rumore dei tuoi passi, non troverai alcunché su cui posarti.”
Fausto risponde:” Non importa! Io ho la ferma speranza di trovare nel tuo nulla il tutto!”
Al veggente la Terra appare viva e pervasa da spirito, essa non è solo quello che la geologia descrive e misura, così come l’essere umano non è solo quello che l’anatomia mostra. Allo stesso tempo, ciò che ci appare morto e minerale oggi, come il carbone o le formazioni calcaree in fondo agli oceani, erano una volta completamente permeate di vita. Lo sviluppo di fossili nella natura è un processo simile alla formazione del nostro scheletro. Oggi l’indurimento delle ossa equivale ad un processo di condensazione. In epoche precedenti, molto lontane da oggi, l’umano non aveva ossa ma solo cartilagini. Analogamente, a quei tempi esisteva vita in tutta la Terra, tutto era materia vivente, ma non era vita come la conosciamo oggi. E di questa fase atavica la Terra conserva ancora vestigi attivi pieni di energia esuberante. Allargando un poco il tema, vi sono strati atavici del Pianeta che albergano sostanze equivalenti ai nostri sentimenti e alla nostra volontà, e così via. Tra questi strati individuali esistono tutti i tipi di connessioni, come esistono collegamenti tra i vari organi del corpo umano, i nervi e il sangue.
Un disastro naturale come una eruzione o un terremoto coinvolge tutti gli strati. Risalendo nel tempo, il continente di Lemuria tra Australia, Asia e sud America fu completamente distrutto da eruzioni vulcaniche originate dalla furia selvaggia di tali strati. Ciò era collegato con gli esseri umani di allora che vivevano completamente preda di istinti e passioni. C’era uno stretto collegamento tra impulsi, desideri e passioni da un lato, e l’attività vulcanica dall’altro. Allo stesso modo la distruzione di Atlantide nota come il Diluvio fu connessa con le qualità morali dei popoli che vi abitavano. Tuttavia, bisogna essere molto cauti nell’affermare una data connessione tra la gente che abita i luoghi dei disastri e tali fenomeni, perché facilmente le fantasie al proposito possono distogliere dalla realtà. La ricerca di tali temi è uno degli argomenti più difficili dell’occultismo. Vi sono ostacoli per la veggenza, ed essi in parte derivano dai metodi e le tendenze della scienza materialistica. Nonostante ciò, esiste la connessione tra guerre, violenze, passioni e impulsi distruttivi e lo sconvolgimento degli strati della Terra.


