Da Togliatti a Elly: Il cognome in politica

per Gian Franco Ferraris
Autore originale del testo: Alfredo Morganti
Il cognome in politica
Elly Schlein è diventata segretaria del Pd, ma già prima era una donna impegnata in politica di una certa popolarità. Detto questo, mi chiedo perché la chiamiate “Elly” e non “Schlein”. Perché? Perché Renzi ha cominciato questa ammuina dei nomi di battesimo e i giornali gli sono andati dietro? Una figura pubblica non ci è mica parente o per forza amico. E noi non siamo mica bambini che non conosciamo l’uso del cognome, che è poi quello che davvero distingue le persone. Nel PCI si dava del “tu” a tutti, eravamo comunisti ed era un segno di prossimità, era un attributo da compagni, era un indice di uguaglianza. Ma Berlinguer era Berlinguer! Togliatti era Togliatti! Se qualcuno provava a dire “Enrico” in una circostanza pubblica, se lo mangiavano con uno sguardo di istantanea riprovazione (“e che è tu’ fratello?”), così come se si diceva “signore” invece di “compagno”, o si dava del “lei” a un compagno che non si conosceva personalmente. Dire “Schlein” invece di “Elly” vuol dire anche rispettare di più il lavoro di chi si dovrà sobbarcare un compito improbo, quello di spostare il PD a sinistra. Un partito è un partito, mica una congrega di amichetti che si chiamano coi vezzeggiativi. La lotta politica è una cosa seria, mica un’ammucchiata di “colleghi” o di complici. Un impegno forte, personale, mica un passatempo per chi non ha niente di meglio da fare. Una cosa che divide, più che unire. Schlein!
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