Nell’ultima bozza disponibile del decreto «Asset e investimenti», il provvedimento Omnibus riguarda pure la società per il Ponte sullo Stretto. Nell’articolo, «Disposizioni urgenti per garantire l’operatività della società concessionaria di cui all’articolo 1 della legge 17 dicembre 1971, n.1158′ è previsto che alla società «non si applicano» le disposizioni di alcuni commi del decreto legislativo del 2016 che prevedono il limite di 240 mila euro dei compensi massimi per amministratori, i titolari e componenti degli organi di controllo, i dirigenti e i dipendenti.
La decisione ha scatenato la forte reazione delle opposizioni.«Diceva mia nonna che il diavolo fa le pentole ma non i coperchi. Ora si dice che la destra fa i ponti ma… non i tetti. In particolare quelli agli stipendi. Dicono no al salario minimo e poi tolgono il tetto ai compensi dei manager della società per il Ponte Sullo Stretto. Vergogna». Lo scrive su Twitter il deputato Pd, Emiliano Fossi.
Indecenti. Dicono che i salari non si fanno per legge, eppure fanno leggi per togliere il tetto massimo ai salari sopra i 240mila euro mentre affossano il limite minimo che chiediamo per non scendere sotto i 9 euro all’ora”, ha commentato la segretaria del Pd Elly Schlein.
Cosa dice la bozza del decreto
All’articolo 1 del provvedimento si legge che alla società “non si applicano” le disposizioni di alcuni commi del decreto legislativo del 2016, quello che prevede appunto il limite di 240mila euro dei compensi massimi per amministratori, i titolari e componenti degli organi di controllo, i dirigenti e i dipendenti. E tra le opposizioni scoppia la polemica. In altre parole: per la società Ponte Stretto non si applica il limite di 240mila euro previsto per ai compensi di manager pubblici né le procedure per le assunzioni vigenti per le società a controllo pubblico.
M5s: “Scandaloso” – “La volontà di Meloni e Salvini di concedere una deroga al tetto degli stipendi per i vertici della società ‘Stretto di Messina Spa’ è scandalosa. Lo scenario è il seguente: Reddito di cittadinanza no, aiuti alle famiglie contro il caro-vita no, sostegni contro il caro-mutui nemmeno, interventi per attenuare il costo della benzina neanche a parlarne. Questa destra gli unici favori li fa ai soliti noti e a chi ha già”, sostiene Agostino Santillo, coordinatore del comitato Infrastrutture del M5s e vice-capogruppo pentastellato alla Camera.
Iv: “Si mettano risorse sull’opera, non sugli stipendi” – “Il Ponte sullo Stretto deve essere realizzato subito. Il governo Meloni metta le risorse sull’opera, non sullo stipendio ai manager – attacca la senatrice Raffaella Paita, coordinatrice nazionale di Italia Viva -. Azzardo una previsione. Viste le capacità di Salvini, il Ponte non si farà e l’unica cosa che rimarrà di questa vicenda saranno gli stipendi d’oro ai manager della società. Il tetto dei 240 mila euro introdotto dal governo Renzi è sacrosanto, fuori da ogni logica farlo saltare”.
Azione: “Misure che alimentano fratture” – Interviene nel dibattito anche Daniela Ruffino, deputata di Azione: “Non basta la lunga astinenza dal potere a spiegare una qual certa protervia nel modo di ricreare disuguaglianze sociali o di crearne di nuove. Misure come quella adottata per i manager del Ponte sono fatte per alimentare fratture e risentimento sociale. Se c’è qualcuno che soffia sul fuoco del malcontento sociale bisogna cercarlo nella maggioranza e nel governo”.


