VEDO O IMMAGINO??

per Filoteo Nicolini
Autore originale del testo: FILOTEO NICOLINI

VEDO O IMMAGINO??

   Al giorno d’oggi, le immagini sono onnipresenti e dilaganti. Ci sono probabilmente statistiche su quante immagini un essere umano medio vede in un giorno, quante volte la sua vista è stimolata. Durante le ore di veglia, i nostri sensi sono attivi e per via immediata ci danno il contenuto del mondo. La vista la fa da padrone.

Il punto è che siamo sopraffatti ogni giorno dalle immagini che ritraggono persone, oggetti, contenuti del cellulare. Certamente dobbiamo “vedere” per vivere nel mondo fisico, conoscere le immagini di altre persone ci aiuta a stabilire relazioni. Le immagini dei conflitti in corso ci informano, così pure ci orientano gli altri contenuti visivi che costellano la nostra giornata.
Tuttavia, spesso tralasciamo la nostra immaginazione, la creazione delle nostre immagini. Quello che doveva essere una armonia tra l’immaginazione auto-creata e il godimento delle immagini esterne diventa seriamente sbilanciato. Non esiste più alcun equilibrio. Siamo così sopraffatti dalle immagini esterne che vacilliamo, ubriachi di consumo eccessivo.
L’anima richiede infatti un’alimentazione equilibrata. Possiamo già parlare di un “eccesso” di
immagini, usando una parola che si riferisce al consumo eccessivo. Siamo diventati golosi, anche se inconsapevoli ed assuefatti, di immagini.

La nostra personalità è sempre satolla di immagini esterne, mentre l’anima muore di fame se non crea e contempla immagini proprie che la nutrano. Siamo destinati a nutrire il
anima con le nostre realizzazioni. La personalità e l’anima devono nutrirsi
l’una con l’altra, costantemente.

Quindi il rapporto con il mondo esterno rischia di essere univoco e determinato da abitudini, e la conoscenza si auto impone dei limiti Eppure, non è qualcosa di finito, completo in sé, ma qualcosa di fluido, capace di evoluzione.

Come alimentare la propria immaginazione? La lettura di un libro, l’ascolto musicale, la contemplazione di una opera d’arte sono fonti disponibili a tutti. Non ne ricaviamo un arricchimento spirituale che si traduce in poderose immaginazioni, ricordi, connessioni che ci allontanano momentaneamente dal quotidiano? Volendo approfondire l’immaginazione, il mondo che la poesia indaga è attinente ai nostri stati d’animo, conforme alla nostra esistenza e affine all’enigma della vita, ma solo più illuminato e in risalto.

 A titolo di esempio, l’immaginazione personale gioca un ruolo fondamentale nella creazione artistica. Chi crea una opera d’arte non solo accoglie e riproduce interiormente il mondo sensibile esterno, così come avviene nella percezione sensoriale. Lo cambierà, lo idealizzerà a modo suo, qualunque sia la sua sensibilità e tendenza immaginativa. In tutta l’attività artistica avviene una certa trasformazione, beninteso, la percezione del mondo rimane viva e attiva. Nell’artista rimangono comunque le immagini del mondo e ciò che ad esse è collegato nel ricordo e nella memoria. Tutto ciò che l’artista ha assorbito nella vita agisce come conseguenza nella sua anima, e quanto più ricca sarà l’esperienza che ne risulta, tanto più piene saranno le sue produzioni di immaginazione artistica, basate sulla sua personale resa alle impressioni dei sensi e alla propria immaginazione.

In primis, l’esperienza e la fruizione artistica sono un primo modello per nutrire la propria immaginazione.

Oltre l’orizzonte della vita della mente, ce n’è un altro in cui possiamo penetrare. L’idea che vorrei trasmettere è cercare di cambiare le prospettive, di essere presenti a sé stessi, ridurre le potenze che a sua volta vogliono ridurci al silenzio. Ci si trova di fronte a una prospettiva aperta, ed è questione di impegnarsi per scavalcare gli ostacoli.

FILOTEO NICOLINI

Immagine: Brancusi

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