Bannon: “L’elezione di Prevost è truccata, il Vaticano ha bisogno di soldi”. Vero o falso?

per Gian Franco Ferraris
Autore originale del testo: Viviana Mazza
Fonte: Corriere.it

Bannon: “L’elezione di Prevost è truccata, il Vaticano ha bisogno di soldi”. Vero o falso?

L’ex stratega di Trump sulla scelta di Leone XIV: «Cercavano qualcuno più organizzato ma allineato con Bergoglio.  Sui migranti sarà lotta.  Il tradizionalismo in America cresce»

Steve Bannon e Leone XIV hanno qualcosa in comune: sono stati entrambi chierichetti. Ma sembra essere l’unica per quanto riguarda il cattolicesimo. L’ex stratega di Trump che oggi è tra le voci più importanti del movimento «Make America Great Again» aveva predetto la possibile scelta di Prevost e dice che «quest’elezione è più truccata dell’elezione del 2020 contro Trump».

Lei dice che «la Chiesa profonda ha scelto un Papa anti-Trump». Che cosa intende per Chiesa profonda?

«Ho detto che il possibile vincitore imprevisto sarebbe stato Prevost dieci giorni prima, nel programma di Piers Morgan. Ho fatto le mie ricerche. Nessuno dei circoli di scommesse o nei media principali parlava di lui. Ma dietro le quinte non si parlava d’altro. Avevano due problemi che lui risolve. Primo, dovevano trovare qualcuno più organizzato ma ideologicamente allineato con Francesco per finire la radicale re-immaginazione della Chiesa di Bergoglio che ha abbandonato la Messa in Latino e il cattolicesimo tradizionale pre-Consiglio Vaticano II. Secondo, dal momento che i cattolici MAGA-tradizionalisti sono stati in grado di causare un tale clamore negli ultimi anni, il flusso di donazioni dagli Stati Uniti è crollato di quasi il 50%. Il Vaticano non rischia la bancarotta perché ha risorse, ma ha un problema di flusso di donazioni, principalmente per il crollo di finanziamenti dalla Chiesa Usa e in particolare dai grossi donatori, come la Papal Foundation. Prevost è perfetto. È americano ma non troppo; è nato in America, ma è più del Perù, è vicino alla Teologia della Liberazione. Bergoglio l’ha creato e selezionato per questa posizione. È cardinale da solo due anni. L’ha messo a capo del potente dicastero dei Vescovi per farlo conoscere. Serviva un americano perché i donatori abbiano accesso — così possono fare le loro premiazioni, cene e benedizioni papali — e le donazioni aumentino, ma i cardinali americani hanno detto in conferenza stampa che è il meno americano tra loro. Il fratello ha detto al Daily Mail che avevano parlato del nome Leone prima che il Conclave iniziasse. È impossibile per un arcivescovo americano virtualmente sconosciuto che ha passato la maggior parte della vita in Perù ed è cardinale da meno di due anni arrivare ad un Conclave e vincere nella quarta votazione. È stata la Curia globalista di Bergoglio. Quest’elezione è completamente truccata. Alcuni cattolici Maga dicono che si è incontrato col Cardinale Burke e ha detto che ama la Messa in Latino e andrà tutto bene, ma non è per niente vero».

Quando dice che dietro le quinte si parlava di Prevost, si riferisce ai donatori Usa?

«Non solo ai donatori americani, abbiamo contatti in Vaticano. Ci hanno portato in tribunale sul Monastero di Trisulti perché dissero che volevamo organizzare un anti-Vaticano ma le accuse sono false e ci siamo ripresi il monastero, ci hanno solo rallentati. Da allora abbiamo costruito contatti e incredibili fonti nel Vaticano. So quel che fanno prima che lo facciano».

Pensa che la leadership della Chiesa cattolica si stia spostando a sinistra mentre quella Usa va a destra?

«Fortemente. In America c’è un boom della Chiesa, il cattolicesimo tradizionalista è in ascesa, particolarmente tra i giovani maschi. Quando vado a Roma è dura vedere queste magnifiche chiese semivuote e con fedeli solo ultrasettantenni e preti non italiani. È un problema anche in America ma non nella Chiesa tradizionalista con la Messa in Latino. Stiamo andando verso lo Scisma. La gente che vuole riportare la Messa in Latino e ribaltare il Consiglio Vaticano II non mollerà e sa che stiamo vincendo. L’anti-trumpismo poi è un altro tema: ci sarà una complicazione politica perché il Papa si schiererà contro le espulsioni di massa. E non lo tollereremo. I dieci milioni di immigrati illegali che hanno invaso il Paese sotto Biden se ne andranno: lo faremo in modo umano, con valori cristiani».

Trump e Vance però si sono congratulati col Papa.

«Dovevano, il presidente Trump è il leader del Paese più importante del mondo e JD Vance è il vice e un convertito recente, ma questa non è una battaglia per i nuovi convertiti, è una battaglia per chi è nella Chiesa da molto tempo e sa come è stata distrutta. Il nostro movimento non considerava Bergoglio un Papa legittimo, lo abbiamo chiamato apostata».

È giusto che Vance vada alla Messa del 18 maggio?

«Certo, ci saranno i capi di Stato. Ma è irrilevante».

Oltre all’immigrazione prevede altre frizioni con l’amministrazione Usa?

«Penso di sì, io appoggio più tasse per i ricchi e tagli alla difesa ma dovremo tagliare alcuni servizi sociali, non possiamo permetterceli. Quel che dicono tutti in tv è che gli Stati Uniti ora hanno due leader mondiali: Trump e il Papa. Ma lunedì aumenteremo il volume e faremo sapere a tutti che è stata un’elezione truccata».

 

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