Fonte: La Giustizia
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Evasori e contenti
Ma voi l’articolo sul Corriere della Sera di Antonio Brambilla di qualche giorno fa lo avete letto? E vi sentite ancora bene?
Il 60% degli italiani non paga le tasse.
E state bene? Se state bene siete parte di questo osceno 60% di italiani brava gente.
Non pagare le tasse significa non sostenere i servizi di questo paese, dove gli interessi sul debito superano le spese per la scuola. Da anni e anni.
E la politica continua a regalare bonus per cercare consensi. Per tenersi la poltrona. Mentre tutto intorno crolla. E non è una canzone dei Negroamaro….
Debito pubblico mondiale: nel 2024 ha superato i 100 mila miliardi di dollari. Parliamo di quasi il 100% dell’intero Pil mondiale. E in questo scenario l’Italia è ai vertici di questa degradante classifica: abbiamo quasi il 135% di rapporto debito/Pil e non si vede all’orizzonte nessuna possibilità di miglioramento.
Cosa è successo? È successo che la manipolazione della comunicazione politica ha formattato cittadini che pensano sia loro diritto avere tutto, e gratis.
Esistono più solo i diritti, e nessuno dovere.
Se pagare le tasse non è più un dovere, ma una scelta, una “pace fiscale”, allora la sanità non funziona, la gente sceglie di non curarsi (quindi scegliendo morire), i treni arrivano in ritardo, la scuola và alla deriva e la società è una polveriera di rabbia repressa. Rabbia che viene sedata con i bonus, la decontribuzione (anche se non mi paghi i contributi avrai lo stesso la pensione), e l’assegno unico per il nucleo familiare (la paghetta legalizzata di Stato). Le bollette sono care? Mica pensiamo all’auto approvigionamento, no! Mica pensiamo a investire sul nucleare e l’idroelettrico Nazionale, no! Interviene lo Stato, con gli sgravi. E chi li paga, se le tasse non le paga nessuno?
È chiaro che così facendo i cittadini pensano: se lo dicono i politici, che siamo massacrati di tasse ma abbiamo comunque tanti diritti, sarà vero! Allora perché pagare le tasse? Instabilità politica, estremismi, nazionalismi e antieuropeismo non ci riguarda. Stiamo bene così.
Ma davvero?
“Quanto può durare un Paese in cui il 60% non paga tasse e un 24% versa quelle appena sufficienti per pagarsi i servizi di base?”
dice Brambilla. L’intero carico fiscale è sulle spalle del 17% della popolazione che dichiara redditi da 35 mila euro lordi l’anno in su. Per pagare la sola sanità servirebbero ogni anno quasi 6o miliardi, e per finanziare la scuola ne servirebbero altri 66, sempre a carico dei pochi onesti e del debito. E le strade? Le ferrovie? L’assistenza sociale, il funzionamento delle amministrazioni?
E facciamoci ancora più male: su 38 milioni di italiani in età da lavoro, sono meno di 24 milioni quelli che lavorano, e così siamo ultimi in tutte le classifiche Eurostat e Ocse. E meno male che ci sono gli stranieri: diversamente, la hotel di hotel, bar e ristoranti sarebbero fermi.
E siamo primi in classifica anche per malavita organizzata, anche se dati certi ovviamente non esistono. I criminali sono un milione o anche di più, forse, considerando il Pil occulto che generano. Ma ci sta bene così.
Quasi 30 milioni di italiani presentano l’Isee per avere servizi gratis o scontati. Allora perché lavorare, e pagare le tasse, se la verità è un’altea: meno dichiari (e meno lavori in chiaro), più soldi e servizi lo Stato ti dà. Invece, più dichiari e più ti tartassano di imposte, e meno servizi avrai.
Nel 2008 spendevamo per i poveri 73 miliardi; oggi ne spendiamo oltre 165 ma gli indigenti assoluti (quelli delle code per un pasto) oggi sono il doppio rispetto a 20 anni fa.
E ancora: oggi 159 miliardi (ben più della spesa sanitaria) si spendono in telefonini, Spotify e Tv a pagamento: siamo i primi in classifica per spese in tecnologia e nel digitale, e anche nel consumo di acqua e cibo. Ma come è possibile?
È il paese del Bengodi, ma sostenuto solo dal 40% dei cittadini. Qualcosa non funziona. E la distorsione della comunicazione politica mira ad addormentare la coscienza di massa. Quali diritti tuteliamo? Quelli dei più furbi?
Nessun governo deciderà mai per il bene comune, davvero: davanti a certi numeri, e mandando avanti un certo concetto di Giustizia sociale, invece dei condoni bisognerebbe passare al prelievo forzato.
Evadi le tasse ripetutamente? Non ti metti in regola per oltre dieci anni? Allora l’agenzia di riscossione verrà a prelevare le tue imposte direttamente dal tuo conto corrente. Anche se lo hai all’estero. Sarebbe dittatura, questa, o tutela reale dei cittadini onesti?
Il fatto è che un politico non porterebbe mai avanti una simile impresa, perché è più semplice garantire bonus e sovvenzioni piuttosto che dire alla gente le cose come stanno e provvedere a correggere le storture.
Italiani brava gente? Anche no.


