Anche l’Italia contro Israele: “deve rispettare il diritto internazionale”

per Giorgio Pizzol
Autore originale del testo: Lucia Abbatantuono
Fonte: La Giustizia -quotidiano on line dell'associazione socialista liberale -
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Anche l’Italia deve rispettare il diritto internazionale

Lunedì 21 luglio ben ventotto Paesi, tra cui Francia, Belgio, Italia e Regno Unito, hanno rilasciato una dichiarazione congiunta in cui affermano che la guerra a Gaza “deve finire ora“, e che “Israele deve rispettare il diritto internazionale“.

I ministri degli Esteri degli Stati firmatari hanno affermato che “la sofferenza dei civili a Gaza ha raggiunto nuovi eccessi” e hanno condannato “il lento afflusso degli aiuti e l’uccisione disumana di civili, compresi i bambini che non hanno più acqua e cibo“.

Cose che Francesca Albanese, Relatrice speciale delle Nazioni Unite sui territori palestinesi occupati, aveva già scritto nel suo primo report, quella datato 28 marzo 2024. In soli cinque mesi di escalation militare erano già stati uccisi oltre 30.000 palestinesi, tra cui oltre 13.000 bambini; 12.000 erano già i morti presunti e 71.000 i feriti. Il 70% delle aree residenziali era stato distrutto, l’80% della popolazione era già stata sfollata con la forza.

Ci sono ragionevoli motivi per credere che la soglia che indica come Israele abbia commesso un genocidio sia stata raggiunta“, scriveva Albanese. “Tramite le figure della propria leadership esecutiva e militare, e con i propri soldati, Israele ha intenzionalmente distorto i principi dello ius in bello, sovvertendo la loro funzione protettiva, tentando così di legittimare la violenza genocida contro il popolo palestinese“.

A quanto pare questi 28 paesi se ne accorgono solo ora. Meglio di niente. Nei primo nove giorni di attacco, Israele aveva già causato più morti (2670) della sua precedente peggiore guerra Gaza, quella che nel 2014 causò 2251 vittime. Del resto, Israele ha progressivamente trasformato Gaza in una enclave altamente controllata. Nel dicembre del 2022 Netanyahu aveva già affermato pubblicamente il “diritto esclusivo e inattaccabile del popolo ebraico sulla terra della Grande Israele”.

Dal 7 ottobre 2023 alla fine del febbraio 2024 Israele aveva già ucciso oltre 30.000 palestinesi a Gaza. Durante i primi mesi dell’assalto militare l’esercito israeliano ha impiegato oltre 25.000 tonnellate di esplosivo (equivalenti a due bombe nucleari), ha usato bombe da 2000 libbre su aree densamente popolate e “safe zones”. Nelle prime settimane le forze israeliane hanno ucciso circa 250 persone al giorno, tra cui 100 bambini, oltre a 125 giornalisti e 340 tra medici, infermieri e operatori sanitari.

Il 70% delle morti registrate sono state di donne e bambini. Israele non è mai riuscito a dimostrare che il restante 30% di uomini adulti fossero combattenti attivi di Hamas (condizione necessaria, nel diritto internazionale, perché possano essere legittimamente presi di mira).

Dal 7 ottobre 2023 le forze israeliane hanno detenuto migliaia di palestinesi (uomini e ragazzi) rifiutandosi di rivelare dove fossero detenuti. Li hanno torturati, spesso fino alla morte. I sopravvissuti avranno traumi indelebili: vedere i corpi profanati delle vittime (anche dai bulldozer); essere radunati spogliati, bendati e sottoposti a punizioni crudeli, disumane e degradanti, fino a morire di fame, adulti e bambini.

A metà dicembre 2023 le bombe e i proiettili israeliani avevano già distrutto o gravemente danneggiato il 77% delle strutture sanitarie, il 68% delle infrastrutture, la metà di tutte le strade, oltre il 60% delle 439.000 case di Gaza, il 68% degli edifici residenziali, il 60% delle strutture educative (tra cui 13 biblioteche) e tutte le università. Israele ha anche distrutto 195 siti del patrimonio culturale, 208 moschee, tre chiese e l’archivio centrale di Gaza. Alla fine di gennaio 2024 più di un milione di civili sono stati trasferiti con la forza verso sud e le loro città sono state devastate.

Il 9 ottobre 2023 il ministro della Difesa israeliano Gallant aveva già annunciato un assedio totale; il ministro degli esteri Katz affermò che nessun camion col carburante avrà accesso a casa. È poi stato di parola. Oltre 1,7 milioni di palestinesi sono stati sfollati e costretti a vivere in rifugi sovraffollati dell’UNRWA.

L’attacco israeliano ha deliberatamente preso di mira gli ospedali, accerchiati con carri armati e droni; hanno torturato e maltrattato il personale medico, i pazienti e gli sfollati, inclusi i neonati prematuri, causandone la morte. L’invasione di terra e i bombardamenti aerei hanno distrutto terreni agricoli fattorie e coltivazioni animali e risorse ittiche.

Dall’8 al 21 ottobre 2023 Israele ha impedito l’ingresso di qualsiasi aiuto a Gaza. Nel febbraio del 2024 i palestinesi intrappolati nel nord di Gaza hanno dovuto nutrirsi di mangimi per animali, ed erba, bevendo acqua contaminata da liquami, rifiuti solidi e acqua di mare. Gli aborti sono aumentati fino al 300%.

A febbraio 2024 Israele aveva ucciso altri 3.135 palestinesi, molti dei quali mentre stavano cercando un rifugio. L’accanimento di Israele ha compromesso la capacità dei palestinesi di Gaza di tornare a vivere su quella terra. Proprio come le precedenti dichiarazioni di rendere Gaza un luogo in cui è “permanentemente impossibile vivere” e “dove nessun essere umano può esistere“.

Ora che perfino la Santa Sede, solo perché direttamente colpita a Gaza, ha sollevato la testa e ha definito “inaccettabile” la situazione in quei territori, cambierà davvero qualcosa? Ora che qualche sparuta cancelleria si muove verso l’embargo delle armi a Israele, riusciremo a tornare tutti nell’alveo del diritto e della pacifica convivenza?

Ora che ventotto Paesi denunciano Israele per la guerra a Gaza, sottolineando che “la negazione da parte del governo israeliano dell’assistenza umanitaria essenziale alla popolazione civile è inaccettabile” arriveremo finalmente a una sistemazione integrale della crisi? Ora che venticinque cancellerie stabiliscono che “Israele deve rispettare gli obblighi previsti dal diritto umanitario internazionale“, l’umanità tornerà ad essere umana?

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