In Italia oggi ci sono 544 Comuni dove gli anziani sono particolarmente esposti al rischio di non ricevere le cure necessarie. Non si tratta soltanto di una questione di numeri – la percentuale di over 80 – ma soprattutto di geografia, infrastrutture e risorse familiari disponibili. È quanto emerge dalla mappa elaborata da Age-It, il programma di ricerca coordinato dall’Università di Firenze e finanziato dal Pnrr, che ha incrociato dati demografici, sanitari e sociali per restituire un quadro inedito e dettagliato delle fragilità territoriali.
Il Molise risulta la Regione più esposta: quasi un Comune su quattro (24,3%) mostra un indice di criticità elevato. Seguono Basilicata (21,4%), Abruzzo (18,7%), Sardegna (13,8%), Toscana (13,6%) e Liguria (10,7%), tutte ben oltre la media nazionale (6,9%). In questi territori il problema non è solo l’alta incidenza di popolazione anziana, ma la combinazione di isolamento geografico, difficoltà di mobilità e bassa disponibilità di caregiver familiari.
All’estremo opposto, Valle d’Aosta, Veneto e Trentino-Alto Adige registrano valori prossimi allo zero, mentre Puglia, Lombardia e Lazio si mantengono sotto il 4%. Non è un caso che queste Regioni siano anche quelle in cui oltre metà dei Comuni viene classificata come “senza criticità potenziali”, con l’unica eccezione del Lazio che si ferma al 43,1%.
Il metodo adottato dai ricercatori è multilivello: da un lato considera la distanza dai servizi sanitari essenziali (più di 20 minuti di auto da un ospedale o da un presidio sanitario); dall’altro incrocia indicatori demografici, come il rapporto tra anziani e potenziali caregiver nella fascia d’età 50-64 anni, e variabili strutturali come i tassi di natalità ed emigrazione. È così che emergono situazioni apparentemente paradossali: aree ad alta concentrazione di over 80 con indice di rischio basso (alcune zone della Liguria), e territori con meno anziani ma forte vulnerabilità (Basilicata).
Gli esempi aiutano a dare concretezza ai dati: tra i Comuni a più alta criticità figurano Zerba in Emilia, Fascia e Gorreto in Liguria, Rosello e Colledimacine in Abruzzo, Pescopennataro in Molise e San Paolo Albanese in Basilicata. Al contrario, Rognano, Merlino e Roncaro in Lombardia, così come Orta di Atella, Melito di Napoli e Gricignano di Aversa in Campania, rappresentano casi virtuosi di maggiore resilienza.
La sfida che questa mappa mette in evidenza va oltre la semplice fotografia statistica. In un Paese che detiene il record europeo di popolazione anziana e in cui, secondo l’Istat, il 20% degli over 70 presenta gravi limitazioni nello svolgere le attività quotidiane, la questione dell’accesso equo alle cure diventa strutturale. Non basta aumentare i servizi sanitari: occorre ripensare la logistica, il supporto alla mobilità e le reti sociali, per garantire che l’invecchiamento della popolazione non si traduca in nuove disuguaglianze territoriali.



