Fonte: Il Fatto Quotidiano
Elena Basile: L’Europa dei vari Sikorski va in cerca di escalation
Si sa che i cittadini sono manipolabili emotivamente da élite senza scrupolo. Votano sulla base di impulsi irrazionali, convinzioni radicate nel loro Dna e sembrano insensibili alle motivazioni razionali. Nelle oligarchie illiberali occidentali, l’asservimento dello spazio mediatico e della politica agli apparati di potere permette la strumentalizzazione degli elettori che continuano a votare per la stessa classe dominante, la maggioranza Ursula, che li sta defraudando dei lori diritti alla pace e alla sicurezza, allo Stato sociale, alla loro stessa umanità. Ritorniamo in solitudine alle argomentazioni razionali che restano la nostra unica arma.
La società civile mondiale si mobilita fortunatamente per il genocidio in diretta a Gaza. La politica europea, pur non facendo nulla di serio (arresto immediato delle forniture economiche e di armi, sanzioni durissime) cavalca il dissenso con trovate tragicomiche quali il riconoscimento dello Stato della Palestina, priva ormai di terra e tra poco anche della popolazione. Basta osservarli. Guardate i filmati degli incontri a New York di leader come Macron e Erdogan e capite in che mani siamo. Del resto i Clinton e gli Obama fanno persino di meno degli Starmer e dei Macron a riprova che il Partito Democratico come quello Repubblicano è sotto il diktat della lobby di Israele. L’opposizione, in Italia come in Europa, ha una carta importante. Il governo Meloni è in buona compagnia in Europa. Hanno cancellato il diritto internazionale e costituzionale. Il riconoscimento del genocidio non spetta a questi luminari del diritto – Meloni, Tajani o Rutte o Starmer. Spetta ai tribunali dell’Onu. La Cig e la Commissione del Consiglio Onu per i diritti umani si sono pronunciati. Come ricordava Domenico Gallo, il genocidio è una parola densa di contenuto politico e giuridico con conseguenze oggettive. L’isolamento di Israele è la condizione per far cessare il massacro degli innocenti a Gaza. Una mobilitazione popolare che trovi corrispondenza nell’ostruzionismo parlamentare può ancora fermare i carnefici.
I piani presentati per Gaza, persino da Trump, ambigui e conflittuali sul destino dei palestinesi, sono l’ennesima ammuina oppure saranno imposti da Washington al criminale di guerra accolto all’Onu mentre l’Anp si è vista rifiutare i visti? Il dubbio è lecito.


