Giuseppe Conte: “Da Meloni solo tasse e tagli. È sui dati reali che va contrastata. Spese pazze per il riarmo”

per Gian Franco Ferraris
Autore originale del testo: Monica Guerzoni
Fonte: Corriere della sera

Giuseppe Conte: “Da Meloni solo tasse e tagli. È sui dati reali che va contrastata. Spese pazze per il riarmo”

Conte contro Conte. Lei, presidente, ha già vinto…
«Sono orgoglioso del M5S, una comunità di persone coraggiose, fiere dei propri valori e radicali nelle battaglie per cambiare il Paese».

Come spot funziona. Ma un capo rieletto senza sfidanti quanto è legittimato?
«Per regolamento qualunque iscritto poteva candidarsi a presidente e questa è una possibilità che non viene offerta negli altri partiti».

Ha regalato un libro a Meloni per infilarsi nel duello tra lei e Schlein?

«Non inseguo i duelli mediatici altrui. Le ho regalato Tre anni di tasse perché il solo modo di contrastare la propaganda di Meloni è inchiodarla ai dati reali. Hanno fatto una manovrina di tasse e tagli aprendo una voragine senza fondo in spese militari e hanno il record di pressione fiscale degli ultimi dieci anni. Abbiamo imprese e cittadini vessati dal Fisco, chi guadagna 1.700 euro ne avrà indietro solo 4. Intanto sei milioni di persone rinunciano a curarsi per le file negli ospedali».

Meloni sbaglia pure quando le rinfaccia che le banche han collezionato dividendi anche grazie ai crediti fiscali del «suo» Superbonus?
«È indecente nascondersi ancora dietro al Superbonus di fronte alla quarta manovra di bilancio e quando FdI, Lega e FI hanno tentato in ogni modo di estendere quella misura, che io ho gestito solo per pochi mesi. Le loro bugie sono spazzate via dall’ultimo rapporto di Banca d’Italia, che sottolinea come la crescita di cui Meloni si vanta sarebbe stata dimezzata senza il Superbonus. Per non parlare dei soldi del Pnrr, che stanno sprecando».

Lei ha detto che il M5S non è alleato del Pd. Ma Schlein accelera e la sfida a lavorare, dal giorno dopo le Regionali, a un «programma condiviso». Siete pronti?
«Adesso l’urgenza è reagire a una manovra che tocca la carne viva degli italiani. Per questo abbiamo aperto il confronto su quattro proposte concrete e siamo ben lieti di misurarci con le altre forze di opposizione. Dopo proseguirà il dialogo per provare a sciogliere tutti i nodi e definire un progetto progressista».

Con calma, quindi. Qualche titolo?
«Dovremo assolutamente chiarire le linee di politica estera. Definire una politica migratoria che sia una terza via tra le ricette indecenti della destra e una illusoria accoglienza indiscriminata. Porre al centro quel bisogno di sicurezza avvertito indistintamente da tantissimi cittadini. E puntare su misure di giustizia sociale, che comprendano un ceto medio impoverito e le piccole e medie imprese».

Quindi è vero che lei ha inamidato la sua celebre pochette? Ha abbassato i toni e deciso di imprimere al M5S una svolta moderata, per candidarsi alla riconquista di Palazzo Chigi?

«Le coloriture giornalistiche su pochette e cravatte sono divertenti, ma confermano che non si vuole approfondire la realtà del M5S. Noi saremo sempre una forza di cambiamento scomoda e radicale, che si precipita in massa a Strasburgo contro la follia del riarmo, che si schiera dalla parte dei veri underdog e dei palestinesi. Poveri e abbandonati, esposti a un genocidio con la compiacenza dei governi occidentali, a cominciare dall’Italia».

Perché se i poveri aumentano, voi perdete voti?
«Sui territori continuiamo a fare fatica e dobbiamo migliorare ciò che non funziona, ma combatterò sempre perché il M5S non diventi un apparato di potere, che piazza persone nei gangli della Pa, per alimentare un sistema clientelare e uno scambio tra favori e voti».

Ha ragione chi accusa Schlein di aver impresso al Pd una deriva estremista?
«Non commento le posizioni altrui. Penso che Meloni si batta evidenziando le incapacità del governo, il declino a cui ci sta portando sul piano economico e l’assistenzialismo rovesciato riservato ai poteri forti, che diventa servilismo. Banche, signori delle armi, giganti del web americani… Ma occorrono anche serie proposte per una diversa visione di Paese e molti temi sono emersi da Nova».

Primarie per la premiership, sì o no?
«All’esterno infuria il dibattito sulle primarie, all’interno del M5S infuria il dibattito sui contenuti».

Le dimissioni di Appendino sono un segnale di affanno della sua leadership?

«Non riesco a vedere differenze tra ciò che Chiara auspica sul tema delle alleanze e ciò che già facciamo sui territori e a livello nazionale. Tutto il gruppo dirigente ha il dovere di realizzare la linea tracciata da Nova, dove gli iscritti hanno dimostrato di essere coraggiosi e accettano alleanze solo con paletti chiari».

E se Cirielli batte Fico?
«Fico è il candidato più forte. In Campania Roberto sta facendo un gran lavoro, con serietà e impegno ha aperto un dialogo con tutte le forze produttive e sociali».

Come troverete un accordo col Pd sulla politica estera, se in Aula avete presentato cinque risoluzioni diverse?
«Sarà imprescindibile chiarire le posizioni, partendo dal non buttare soldi in spese pazze per il riarmo. L’Europa è incapace di assumere un ruolo da protagonista e lascia tutta la vetrina a Trump, che ci porta a spasso dove vuole. Dopo aver imposto i dazi adesso ci chiede anche di svenarci col programma Purl della Nato, che ci costringerebbe a finanziare le industrie Usa per mandare le armi a Kiev».

Le sembra corretto dare a Meloni della «cheerleader di Trump», come ha fatto Maiorino del M5S?
«Io parlerei di servile encomio, manzonianamente. Non mi sorprenderei se, dopo aver ceduto sull’acquisto del gas americano, sulla tassazione zero ai giganti digitali e sulle spese pazze in sede Nato, Meloni cedesse al pressing di Trump acquistando armi americane da inviare a Kiev».

La premier frena sugli asset russi per finanziare la resistenza ucraina.

Concorda, almeno su questo?
«Rischiamo di creare un precedente pericoloso e di compromettere l’affidabilità del sistema finanziario Ue. Comprendo la cautela della presidente della Bce, Lagarde. Per evitare i doppi standard, l’Unione dovrebbe essere coerente, congelare contemporaneamente gli asset israeliani in Ue e usarli per la ricostruzione di Gaza».

Strizza l’occhio a Putin?
«Perché mi pongo il problema dell’affidabilità del sistema finanziario Ue? Mi sono stancato di ripetere sempre la stessa condanna di Putin. Viva la libertà di stampa, ma anche la corretta rappresentazione delle idee altrui».

Babelezon bookstore leggi che ti passa

Articoli correlati

Lascia un commento

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.