A denti stretti.

per Luigi Altea
Autore originale del testo: Luigi Altea

Benché il popolo italiano sia ricco di fantasia, nessuno era ancora riuscito a dare del guerrafondaio ad un termosifone.

Ci ha pensato Mario Draghi, seppure con un’astuta forma interrogativa, che lascia la responsabilità della deduzione ai bisognosi di riscaldamento.

Il Presidente del Consiglio ha fatto benissimo ad astenersi dal fornire dettagli per motivare la sua singolare tesi.

Infatti, quando non si tratta di alta finanza, materia nella quale è imbattibile, al professore le spiegazioni riescono meno convincenti.

Ed inoltre, la natura che arbitrariamente distribuisce i suoi doni, non ha concesso a Mario Draghi quello della comunicazione empatica.

Immobile, ogni gesto assente, l’espressione tesa, l’esposizione confusa, la voce fioca, pare emettere i suoni attraverso le narici.

Anche il Migliore, pur beneficiando di una particolare grazia per diretta emanazione quirinalizia, non è perfetto…

 I suoi discorsi sono monotoni, le parole secche, didattiche e noiose come il sermone di un pedagogo.

E tuttavia, quello che mi impressiona maggiormente è il suo modo di masticare le frasi in orizzontale, come se avesse paura di spalancare la bocca, e si ritenesse per non mostrare pubblicamente i canini.

Essendo un pacifista militante, rinuncerò al termosifone e anche all’aria condizionata.

Serenamente mi accingo ad andare incontro ad una immeritata morte di freddo o di caldo.

E tuttavia, se prima di me ingiustamente dovesse morire Mario Draghi, io non piangerò che molto moderatamente.

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