Abolire lo stipendio

per Gian Franco Ferraris
Autore originale del testo: Lucia Del Grosso
Fonte: http://www.luciadelgrosso.it/
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di Lucia Del Grosso – 19 settembre 2014

Ricapitoliamo: in Italia si può licenziare. Non avete mai visto un licenziamento? Siete fortunati, purtroppo esistono sia i licenziamenti che i licenziati. Infatti l’art. 18 come riformato dalla Fornero prevede i licenziamenti per ragioni economiche e disciplinari. Quello che non è consentito, ma ci mancherebbe altro, è il licenziamento discriminatorio. Cioè licenziare uno perché fa attività sindacale. O perché non vota come dice il padrone. O semplicemente perché sta sulle balle.
Di grazia, mi spiegate perché il divieto di licenziare arbitrariamente è di freno all’occupazione e alla crescita delle imprese? Perché gli imprenditori non riescono ad essere competitivi se non si comportano come feudatari? Perché se non hanno tutti i dipendenti che fanno a gara a chi è più ruffiano non si concentrano nelle strategie di impresa?
Ma che questo sia motivo di scontro con le destre direi che è normale.
Quello che non è normale, ma ormai niente lo è più in italia, è che un governo a trazione PD, che ha come premier il segretario del PD, voglia eliminare come fosse un odioso privilegio anche l’ultimo brandello rimasto dell’art. 18. E senza tante storie, addirittura con decreto.
E quello che è ancora di più paradossale, ma ormai l’Italia è la mamma dei paradossi, è la flebile opposizione della sedicente ala più a sinistra del PD, ovvero i Giovani Turchi, cioè quelli che si differenziano perché non sono in cerca di poltrone, ma di ottomane, che, invece di tirare fuori, le scimitarre esorta Renzi a non voler passare alla storia, dopo le miribolanti operazioni di sinistra portate a termine (parlano della riesumazione delle feste de L’Unità?) come il giovane Monti. Dài, stavi tanto bene con la camicia bianca, non vorrai tornare al doppiopetto! (Vediamo se riusciamo almeno a non farci prendere a ceffoni, se ci va bene ci dà le pacche sulle spalle).
E questa la chiamano battaglia politica!
La battaglia politica, dalle mie parti, è non votare questa schifezza e spiegare ai lavoratori abbagliati dalla camicia bianca di Renzi che se passa questa riforma è in gioco la libertà sui luoghi di lavoro perché saranno ridotti a caserme dove chi fiata viene licenziato. E non c’entra niente la crescita dell’occupazione: non è che nei lager si assume di più, se il lavoro non c’è.
La battaglia politica è, sempre dalle mie parti, sfatare la leggenda metropolitana che l’art. 18 è un feticcio ideologico: è un presidio di civiltà! E’ il pilastro dello Statuto dei lavoratori: se il dipendente deve stare attento a non cadere sulle balle dell’imprenditore vengono a cadere tutte le altre garanzie che vi sono previste, dato che il lavoratore non può muoversi liberamente per farle operare.
PS: se la sinistra ritiene un privilegio inaccettabile l’art. 18, la destra che dovrebbe fare? Abolire l’abominio dello stipendio?

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1 commento

Franco 23 Settembre 2014 - 11:26

L’art. 18 è solo per distogliere il popolo dai veri problemi. Che ci sia o no non porta soldi alle imprese per poter assumere. Renzi e i 7 ladroni devono andare via perché lui è il garante per continuare gli sperperi dei politici e

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