Bollettino per i naviganti
E siccome tempo un’ora scatta la sordina è il momento del mio invito al voto. Votate come cazzo vi pare, unito, congiunto e disgiunto, carpiato o con doppio salto mortale, anche nessun partito se vi duole il senso del gusto, ma mettete una croce su Bonacini. Che è il voto utile, la finalizzazione dell’azione. Bella o brutta che sia la trama di gioco conta metterlo dentro, in culo alla destra lego-fascista. Che vi piaccia o meno il Bonacini, in sé, per sè o altro da sé conta un’acca. In politica gli individui valgono per dove li mette il destino e se sulla nostra barricata il comandante in capo è Bonacini viva Bonacini. Solo uno stronzo come Montanelli si turava il naso. Un vezzo aristocratico. Al punto tzero ogni voto è benedetto se tiene aperto un discorso e/o ne prepara uno migliore per il tempo tuno. E’ in gioco un bene supremo: la nostra Emilia, la memoria dei padri, una certa idea di società e i progetti in cui è possibile farla vivere. L’Emilia è il centro della politica nazionale. Sappiamolo.
La battaglia è stata improba. Un coacervo incredibile di forze si è mosso per togliere dal panorama della nazione il baluardo storico geografico della sinistra. Chiudere un’anomalia storica e omologarla come una periferia del più squallido vescovado leghista. Una provincia del lombardo veneto. Una volta preso lo scalpo i barbari lo porterebbero nei loro rifugi per una sacrilega ostensione e dimostrare a chi fra quelle genti ne soffre il giogo come ogni speranza di redenzione sia inutile. Se vinceremo – e vinceremo – sarà per avere combattuto a mani nude contro una macchina mediatica di propaganda e disinformazione senza precedenti. Immensa sarà la soddisfazione di vedere gli sciacalli torcersi le budella e i masnadieri ‘risalire in disordine e senza speranza le valli, che avevano disceso con orgogliosa sicurezza’.
Le ‘sardine’ sono state un evento zenitale. Il popolo democratico e di sinistra che si riconosce nella sua identità originaria, non importa in quali dosi moderata radicale umanistica o sociale. La sinistra come massa fisica ed esistenziale. Che si raduna dopo una serie di sconfitte e che con ciò vuole continuare ad esistere. E’ stupido prima ancora che ingeneroso segnalare ì tratti naif dei giovani portavoce e la loro indeterminazione programmatica. Essi hanno avuto un’idea semplice e geniale: suonare la campana a martello per riempire di ‘persone’ lo spazio civico, contrapponendolo agli ologrammi malefici della macchina mediatica. Bisognerebbe fargli un monumento e mette commozione vedere di nuovo giovani che hanno l’ardore di battersi e di sentire la politica come ingaggio morale responsabile.
La sinistra oggi è un insieme di residui. Ideologico-culturali prima ancora che sociali. Solo unendosi nel sentimento, facendosi cristallo di massa, può sperare di reggere la fase storica, ridefinendo la propria organizzazione e il programma. Per tornare a rappresentare i corpi sociali dalla cui emancipazione dipende il destino dell’umanità. Se in Emilia vinceremo un passo avanti sarà compiuto. Se perderemo a maggior ragione bisognerà riorganizzare le forze, in un cimento dalle tinte drammatiche. In ogni caso bisognerà darsi una forma nuova di combattimento. Questa è l’istanza posta dal popolo della sinistra sotto le spoglie ittiche.
Io voterò Coraggiosa, non per spirito particolaristico, ma perché mi sembra la lista che nella stessa offerta di candidati meglio interpreta questo bisogno della sinistra di darsi una forma nuova e comprensiva.


