Bonaccini vorrebbe tirare avanti ma c’è un’unica via di successo: tornare indietro

per Gian Franco Ferraris
Autore originale del testo: Fausto Anderlini

Indietro tutta

Oggi ho fatto il giro di un tot di farmacie in area centrale. Trovate due, dicasi 2 di numero, mascherine chirurgiche al prezzo calmierato di 50 centesimi più iva. In compenso varie offerte di mascherine con prezzi variabili da 5 a 10 euro, talvolta per lo stesso tipo. Il mercato privato (e i farmacisti sono solo commercianti certificati, certo più vili dei più alchemici erboristi) non è il dispositivo più adatto per gestire beni di necessità a prezzo politico e come insegnano le esperienze di guerra la borsa nera è uno sbocco inevitabile. Qualcosa mi dice che le cose andrebbero diversamente se ci fossero ancora le adorate farmacie comunali con le quali Dozza assecondò, specie nelle periferie, la crescita urbana dei ’50. Le farmacie comunali, come noto, furono privatizzate nella seconda metà dei ’90, malgrado non fossero affatto decotte e garantissero utili non indifferenti all’amministrazione comunale. Vigeva la smania riformatrice del comune regolatore e non più gestore. L’esternalizzazione divenne regola, i ranghi tecnici dell’amministrazione furono assottigliati e una schiera di presunti ‘manager’ si insediarono al comando. Le riforme bassaniniane aprirono le porte allo spoil system dando luogo a orripilanti mostruosità nelle quali una confusionaria burocrazia manageriale sedicente ‘competente’ reclutata sul mercato brevi manu, si sovrapponeva a quella legale e tecnica tradizionale reclutata con concorsi. Il neo-riformismo trovo la sua nuova dimensione smantellando gli istituti del socialismo municipale restituendone le spoglie al ‘dinamismo’ del mercato. Che immensa cazzata ! E c’è ancora chi, come Bonaccini, vorrebbe tirare avanti, arrancando sugli specchi e facendosi carico della diabolicità della perseveranza. E non capisce che qui e davanti c’è una unica via di successo: tornare indietro.

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