CIO’ CHE LA VOLONTÀ NASCONDE E RIVELA
Si fa presto a dire volontà. Essere oggi ed essere stati, questo il tema, il riflesso delle vite passate in quella odierna. Quelli che sanno suggeriscono di osservare la vita spirituale riflessa nella nostra coscienza, leggibile per chiunque. Ricomporre il proprio destino, scorgere i significati sarà poi un programma ambizioso. Intanto, se ne possono individuare i fili nascosti, partendo da osservazioni piuttosto comuni e condivisibili. Al nostro sguardo distratto si presenta la coscienza diurna, quando siamo vigili e svegli. Dalla mattina alla notte il pensiero ci accompagna, ci spiega, ci dice, rappresenta tutto quello che ci capita. A ben vedere, la coscienza ordinaria si riferisce solo a ciò che è percepibile dai sensi. Ma abbiamo anche, sotto traccia, una coscienza diurna dormiente che e’ data dalla volontà. La volontà ci accompagna ugualmente e diffusamente durante la veglia, ma ne parliamo in termini astratti e generici. Della volontà sappiamo poco o nulla, perché essa entra nella nostra coscienza solo attraverso il pensiero. La coscienza ordinaria può riferirsi alla volontà solo quel tanto che vi appare nel mondo sensibile. Quella azione osservata e descritta, già conclusa, e’ quanto vediamo e descriviamo a parole. La nostra volontà agisce come se dormisse. Noi infatti abbiamo solo la rappresentazione di ciò che la volontà esegue.
Che cosa agisce allora nella volontà? E’ una qualità proveniente da vite terrene precedenti. La vita del corpo dice che abbiamo almeno due stati di coscienza, quello sveglio nel pensiero, quello addormentato nella volontà. Questa non può essere afferrata per mezzo del pensiero che si dedica all’ esistenza sensibile e alla vita terrena attuale. E allora congediamo l’incomprensibile racchiuso negli impulsi volitivi e lo attribuiamo alla costituzione corporale, o all’educazione ricevuta, o al capriccio passeggero, o al carattere. Quegli impulsi volitivi sono invece l’effetto delle vite terrestri precedenti, è il karma di quella persona che si manifesta. Ciò che dal passato rimane legato alla volontà, e’ karma per la vita presente. Per comprendere meglio questo mistero, valga un’ analogia. Dimentichiamo le singole esperienze che da bambini ci hanno fatto imparare a scrivere, ma sappiamo scrivere. Quanto appreso e dimenticato e’ riapparso dopo e ha dato i suoi frutti. Così deve essere soggetto al dimenticare quanto e’ esistito prima della vita presente, affinché le capacità e i difetti che si manifestarono possano agire nella vita seguente. Le capacità per proseguire la loro evoluzione, i difetti per essere corretti. Le azioni di vite precedenti si trasformano in karma, le esperienze in capacità. E il veicolo della nuova manifestazione nel mondo fisico è la volontà. Questa volontà che ci ha condotti nella vita, le scelte, le azioni, i desideri, ci ha fatto camminare impercettibilmente verso il nostro destino, tutto il tempo. L’ Io e’ stato attratto dalle esperienze che lo aspettavano dall’ intervento infallibile della volontà, si e’ servito della volontà per intervenire nel mondo. La volontà e’ il suo veicolo terrestre. La volontà e’ stampata nelle sue azioni, registrata nelle sue scelte, plasmata nei suoi desideri, negli slanci, i ripiegamenti, le passioni. Certamente siamo esseri di pensiero, ma la volontà vi penetra sottilmente. Spingendo il volere, si possono portare in un più rapido fluire i pensieri; se la volontà e’ pigra, tutto scorre più lentamente. Un pensiero preciso indica una volontà vigorosa. Occorre volontà per arricchire la vita dell’ anima. Gli impulsi volitivi entrano attraverso l’ idealità anche nella vita dei sentimenti, quindi nel carattere. E’ quindi la volontà a plasmare il cammino mentre ci rivela quello che siamo stati anteriormente.
FILOTEO NICOLINI
Immagine: Felice Casorati.


