Cuperlo: “D’Alema sbagliò a sopravvalutare il renzismo, c’è chi nel Pd si è battuto da dentro e i fatti gli hanno dato ragione”

per Gian Franco Ferraris

Il ragionamento di Gianni Cuperlo affonda sul fatto che Renzi non è stato battuto dall’opposizione (anemica) all’interno del PD, ma dalle batoste che hanno preso Renzi e il Pd al referendum, alle elezioni del 2018 e tutte le elezioni amministrative di quegli anni. Purtroppo la sinistra dentro o fuori il Pd è sotto le macerie (ultima lettera di Alfredo Reichlin di lucidità accecante) (gf)

L’intervista a Gianni Cuperlo su La Repubblica di Giovanna Vitale
Prima Bersani, ora D’Alema: i compagni di Articolo1 hanno deciso di tornare a “casa”. Gianni Cuperlo, quanto la fa felice questa reunion che senza dubbio rafforza l’ala sinistra del Pd?
«Io sono contento quando la sinistra allarga il suo consenso e quando il Pd, come sta accadendo con Letta, diventa perno di una alleanza aperta, sociale e civica in grado di rinnovare il Paese e battere una destra pericolosa. Si può fare e lo abbiamo appena dimostrato con il voto nelle città».
Quindi condivide la definizione di D’Alema sulla fase renziana come “malattia che per fortuna è guarita da sola?”
«Io ho un giudizio diverso. Personalmente e con altri quella stagione l’ho sempre contrastata, convinto che il senso del Pd fosse più forte del leader che lo guidava in quel momento e che ad alcuni sembrava imbattibile. La scissione di Articolo 1 ha invece sopravvalutato il renzismo e sottovalutato la domanda di unità dei progressisti e della sinistra. Credo che D’Alema abbia l’onestà intellettuale per riconoscerlo. D’altra parte c’è chi nel Pd è rimasto, si è battuto da dentro a viso aperto e i fatti alla fine ci hanno dato ragione».
Ma allora il suo giudizio sul periodo renziano qual è? Cos’è stato secondo lei?
«Un uso del potere e un’idea di governo del Paese che non è il mio. All’inizio hanno trovato spazio e si sono affermati anche per i limiti precedenti. Quella stagione ha prodotto cose buone, le unioni civili o gli 80 euro, ma anche errori gravi, penso alla precarizzazione del mercato del lavoro, che assieme alla personalizzazione del potere hanno portato alla duplice sconfitta nel referendum costituzionale e alle elezioni politiche del 2018».
Ma con il rientro di D’Alema e Bersani non c’è il rischio che il Pd si schiacci troppo a sinistra e di regalare il centro alla destra?
«In un Paese con sei milioni di poveri, tassi di occupazione femminile da fondo classifica, meriti non riconosciuti e disuguaglianze accresciute mi chiedo cosa voglia dire schiacciarsi troppo a sinistra. Senza riforme radicali rischiamo di compromettere le potenzialità di questi mesi e anche il lavoro del governo Draghi a partire dall’utilizzo migliore dei fondi europei».
Se la parola d’ordine del segretario Letta è “allargare”, significa che le porte sono aperte anche per Renzi e per i fuoriusciti di Italia viva?
«Stando a quanto Renzi dichiara da mesi, mi pare che sia lui a non volere tornare nel Pd. Mi sembra che la sua intenzione sia piuttosto quella di dar vita a una forza di centro, una strategia diversa dalla nostra. Come direbbe lui: Auguri e buon lavoro».
Le parole di D’Alema hanno fatto infuriare i parlamentari che fanno riferimento a Base riformista e all’area dei cattolici democratici. Siamo alla vigilia di una nuova guerra interna al Pd?
«No, detto ciò serve che tutti usino toni di rispetto. Se vuoi costruire, come io penso sia un bene, un percorso comune con altri, dirgli “eravate infetti ma siete guariti” forse non è il viatico migliore per un cammino insieme. Le Agorà servono anche a questo, a riaprire il confronto col buono fuori da noi».
Ma bastano le Agorà a sanare ferite e vecchi rancori? Non servirebbe anche un’analisi seria, dentro i gruppi dirigenti, su ciò che è avvenuto in questi anni nel Pd per evitare che accada di nuovo?
«Il nuovo Pd che ho in mente non è una somma di sigle o di gruppi dirigenti. La sfida è motivare i tanti che si sono sentiti non più visti, lasciati soli coi loro bisogni e con una sinistra e una politica poco accoglienti e senza la necessaria spinta morale. Non c’è altro modo che ripartire da qui».
Babelezon bookstore leggi che ti passa

Articoli correlati

Lascia un commento

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.