DI FATTI E INTERPRETAZIONI

per Filoteo Nicolini
Autore originale del testo: FILOTEO NICOLINI

DI FATTI E INTERPRETAZIONI

“Si raccolgono i dati, si dispongono nell’ordine opportuno e, al di là dei recinti dove si sta rinchiusi, si spalanca l’immensa distesa del possibile.” Elèmire Zolla

  Abbiamo più volte chiamato l’attenzione sull’epoca che ci tocca vivere, dominata dalla scienza del mondo esteriore e il suo giusto pensare. Quando si parla di sapere e di conoscenza, si è convinti che la conoscenza e la verità devono risultare necessariamente quando si esprimono dei giudizi esatti, quando il pensiero è esatto e giusto.

Ma non è affatto così, il giusto pensiero non conduce sempre al vero.

C’era una volta in un villaggio un ragazzino che portava a casa sei pani per dieci soldi su incarico giornaliero dei genitori. Se si comperava un pane costava due soldi. Il ragazzino comunque per dieci soldi portava a casa sei pani e non si curava di spiegarsi come mai ciò accadesse. Ma un giorno ritornò per le vacanze suo fratello maggiore, molto versato in matematica, e vedendo il fratellino andare dal fornaio con dieci soldi e sapendo che un pane costava due soldi, disse: ”Tu dunque devi portare per forza a casa cinque pani!”

Eppure il fratellino ne portò a casa sei.

Allora il buon matematico esclamò: ”Ma è impossibile! E’ totalmente sbagliato! Dato che hai portato con te dieci soldi e che due in dieci sta cinque volte, è impossibile che tu porti a casa sei pani! Ne hai rubato uno!”

Il fatto è che in quel panificio c’era la consuetudine che di regalarne uno per ogni cinque pani che si acquistavano. Di modo che per dieci soldi si portavano a casa sei pani con molta gioia delle famiglie meno abbienti.

Il buon matematico aveva pensato giustissimo, non aveva commesso nessun errore nel suo pensare, eppure questo pensare non andava d’accordo con la realtà.

Ci accorgiamo che il giusto pensare non arriva alla realtà, perchè la realtà non si regola secondo il giusto pensare, ma ha aspetti riposti. Eppure, la tentazione di ridurre la realtà ad un solo ed unico modello è la versione aggiornata del Letto di Procuste che vuole imporre una configurazione rigida e unilaterale.

  È una allegra pretesa quella di voler costringere i fatti secondo le regole del pensiero giusto. Pensando i pensieri più acuti ed esatti che si possano elaborare logicamente, si può ottenere il più giusto risultato e tuttavia misurandolo con la realtà questa conclusione può essere falsa. Questo può sempre accadere. Perciò una prova ottenuta mediante il pensiero non è mai determinante per la realtà. Siamo liberissimi nell’elaborazione dei concetti perchè….la realtà è indifferente alle nostre elaborazioni e non ci costringe all’inizio in modo assoluto. Se continuamente venissimo corretti dalla realtà, non avremmo nella concezione delle idee il mezzo per auto educarci e per crescere spiritualmente. Così possiamo fare errori su errori nel nostro pensare, e se più tardi li correggiamo perchè la realtà così ce lo mostra, ci saremo educati da noi stessi, saremo divenuti più saggi. Naturalmente, dobbiamo pur sempre giudicare nella vita quotidiana, ma di fronte ad ogni giudizio dovremmo creare in noi certa prudenza nel tener per vero ciò che giudichiamo, dobbiamo renderci conto che dovunque applichiamo il nostro ingegno andiamo tuttavia a tentoni e possiamo sbagliare.

Chi è divenuto maturo sarà sempre riservato nel giudicare, anche se pensa di avere ragione, ed aspetterà saggiamente che il mondo esterno dia il giudizio. Goethe diceva che i fenomeni sono le teorie, esprimono da sé le loro idee quando ci si è resi maturi e si considerino le cose da più punti di vista.

  Nietzsche invece la intendeva diversamente, nel senso che esistono solo interpretazioni di fatti da parte dei soggetti umani, e da qui qualcuno ha inteso concludere che la scienza materiale non conterebbe poi molto. Il passo è stato breve per negare l’esistenza dei fatti e lasciare l’interpretazione all’arbitrio delle opinioni, fenomeno diffuso a cui sovente assistiamo.

   Come spesso succede, l’esasperazione della contraddizione nasconde ciò che conta di più.

   E’ il pieno diritto che abbiamo di allargare gli orizzonti cognitivi, per nutrirci delle conquiste del pensiero umanista ed arricchire la nostra concezione del mondo senza sentirsi schiacciati dalla narrazione dominante.

   In altre parole, le scienze della materia hanno pieno diritto di esistenza in quanto frutto maturo della evoluzione, ma hanno dei precisi limiti intrinseci nella loro visione unilaterale che vanno valicati basandosi sulle conquiste culturali capaci di gettare luce laddove c’è ombra.

FILOTEO NICOLINI

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