Autore originale del testo: Fausto Anderlini
Belisario e i nuovi saragattisti
Beh diamo atto a Grillo di sapere gestire al meglio una ritirata. Come il grande generale dell’impero di levante. Con la sua mossa, al netto di ogni altra considerazione, ha preso tre piccioni con una fava. La garanzia sul reddito di cittadinanza, il ministero della transizione ecologica (che vale il 37 % del Recovery), la golden share sulla grande ammucchiata. Con ciò erigendo anche una linea di difesa accettabile rispetto al rischio di uno spappolamento del ‘movimento’ (più che un second best nelle mire del blocco neo-conservatore in progress). Protezione sociale e transizione ecologica: due bandiere identitarie con effetti pratici rilevantissimi che valgono una distinta collocazione strategica nella lotta per il consenso. Di contro il Pd si manifesta, more solito, per la sua esangue indeterminatezza. Neanche è stato capace di piantare una trave, se non un picchetto, sulla questione sanitaria, ovvero pandemica. O una qualche bandiera sociale nella gestione del malloppo portato a casa da Conte, Gualtieri ed Amendola. Solo un bla bla ‘atlantista europeista’ agitato come una muleta sul toro di carta della Lega, in una realtà di generale trasformismo dove non v’è più alcuno che eccepisca. Caduto come un castello di carta il fronte cd. ‘sovranista’ il Pd ha perso il collante antitetico che celava la sua intrinseca vacuità. Sostanzialmente se lo si deve definire il termine più appropriato sarebbe quello del ‘partito anti Putin’, il più accanito propagandista della vocazione imperiale dell’oltranzismo democrat d’oltre oceano. Una posizione degna del più irenico saragattismo. Una reincarnazione del Psli delle origini: atlantista sfegatato non avendo altro da rivendicare, men che meno il socialismo.


