È morta Nathalie Delon. L“Affare Markovic” che fece tremare la Francia di De Gaulle negli anni ’60

per Gian Franco Ferraris
Autore originale del testo: Marco Giusti
Fonte: Dagospia

Le Monde

L’actrice Nathalie Delon est morte

L’actrice Nathalie Delon, qui avait notamment joué dans Le Samouraï, de Jean-Pierre Melville, avec son époux de l’époque, Alain Delon, est morte jeudi 21 janvier à Paris, à l’âge de 79 ans, a annoncé à l’Agence France-Presse (AFP) son fils, Anthony Delon.

« Ma mère est décédée ce matin à 11 heures, à Paris, entourée de ses proches. Elle est morte d’un cancer rapide », a déclaré le fils de Nathalie et d’Alain Delon, Anthony. « Je suis très triste. Cela me fait toujours beaucoup de mal quand partent ceux que j’ai aimés », a déclaré Alain Delon à l’AFP. « Nathalie a été ma première femme et la seule Madame Delon », a-t-il ajouté.

Aux yeux du grand public, elle reste Jane, la partenaire d’Alain Delon dans Le Samouraï (1967). Elle a tourné au total une trentaine de films dans des rôles secondaires jusqu’au début des années 1980, dont L’Armée des ombres (1969), également de Jean-Pierre Melville, Docteur Justice (1975), de Christian-Jaque, et Une femme fidèle (1976), de Roger Vadim.

Nathalie Delon passera ensuite derrière la caméra en réalisant Ils appellent ça un accident (1982) et Sweet Lies (1986), avec Treat Williams. Elle publiera ses souvenirs en 2006. D’origine espagnole, elle est née Francine Canovas le 1er août 1941 à Oujda, au Maroc, alors sous protectorat français. Elle débarque à Paris en 1962 après avoir quitté son premier mari, Guy Barthélémy, un ancien appelé du contingent, avec qui elle a eu une fille.

La jeune femme aux yeux verts a 21 ans et tombe par hasard, dans une boîte de nuit de la capitale, sur Alain Delon, en pleine ascension et fiancé à Romy Schneider. S’ensuit une passion clandestine avant que Delon quitte Romy pour l’épouser en août 1964 dans la plus stricte intimité. Le couple embarque aussitôt à bord du navire France pour une lune de miel et s’installe à Los Angeles, où Nathalie accouche un mois plus tard de leur fils Anthony.

« J’ai tout laissé derrière moi »

Le fantôme de Romy Schneider plane sur leur histoire d’amour : « Alain ne me parlait jamais d’elle mais je voyais, de temps en temps, une ombre de tristesse passer dans son regard », lâchera-t-elle bien plus tard. Très vite, l’atmosphère devient orageuse dans leur superbe villa des hauteurs d’Hollywood et Nathalie Delon vit mal les conquêtes éphémères de son mari. « J’étais très naïve. Il était infidèle et moi pas », confiera-t-elle en 2001 sur le plateau de Thierry Ardisson.

Sur le plateau du Samouraï, l’ambiance est épouvantable entre eux. En mai 1968, quand Alain Delon monte une Union professionnelle des acteurs pour tenter de rivaliser avec la CGT, la coupe est pleine pour elle. « J’ai commencé à en avoir assez, je n’étais pas d’accord avec ses idées. » Le divorce est prononcé en février 1969. « Quand je l’ai quitté, j’ai tout laissé derrière moi, je suis partie avec mon fils et ma gouvernante, c’est tout », raconte-t-elle en 2018 à Paris Match. Tandis qu’Alain Delon refait sa vie avec Mireille Darc. Le couple restera toutefois lié et leur fils Anthony postera à la fin de décembre 2020 sur Instagram une photo de ses parents côte à côte.

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La morte di Nathalie Delon, 79 anni, a Parigi, bellissima moglie tra il 1964 e il 1969 di Alain Delon, attrice di una trentina di film, anche molto buoni come “Le samourai” di Jean-Pierre Melville, il primo, e “Nuit de chien” di Werner Schroeter, l’ultimo, ci riporta anche intatto il lungo, complesso, pericoloso e mai davvero chiarito “Affare Markovic”.

Me ne ricordavo vagamente, ma fu davvero un caso importante che fece tremare la Francia di De Gaulle e di Georges Pompidou dalla fine del 1968 ai primi anni ’70, alla fine del quale il maggior indiziato, il gangster corso François Marcantoni detto “Marc Anthony”, dirà “La verità la sappiamo in tre. Delon, io e Dio, ma quest’ultimo non si sbilancia mai”.

Il 1° ottobre 1968 un malavitoso serbo, Stevan Markovic, entrato clandestinamente in Francia nel 1958, precedenti per furti e rapine, segretario, controfigura e amico di Alain Delon, che lo ha pure sistemato in un suo appartamento, e di sua moglie Nathalie, viene trovato morto ammazzato, chiuso in un sacco nell’immondezzaio pubblico di Elancourt, a 40 km da parigi. Corpo in stato di decomposizione, due botte in testa, una pallottola calibro 9 (quella della mala) nel cranio. Dapprima non si sa chi sia. Cinque giorni dopo lo riconoscono il cantante Johnny Halliday e sua moglie Sylvie Vartan.

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E’ amico dei Delon, dicono. Ma è anche amico loro. Dalle lettere che ha scritto al fratello, Alexander, vengono subito tirati in ballo Delon e Marc Anthony. “Qualunque cosa avvenga, e per tutte le noie che potrebbero esserni procurate, rivolgetevi ad Alain Delon, a sua moglie e al suo socio François Marcantoni, un corso, un autentico gangster che abita al 42 di Boulevard des Gobelains”. Alain, al momento, sta girando a Cannes “La piscina” di Jacques Deray con la sua celebre ex, Romy Schneider, che ha lasciato pochi anni prima per sposare la ventunenne Nathalie, già incinta, nel 1964.

Nathalie, invece, che sta per esordire al cinema a fianco del marito nel bellissimo film di gangster che non parlano troppo “Le samourai” o “Frank Costello faccia d’angelo” di Melville appunto, e aver seguitato con l’erotico romantico “Una lezione particolare” di Michel Boisrond con Rednaud Verley, è ora impegnata a Roma sul set di un torbido film erotico di sorelle lesbiche, “Le sorelle” di Roberto Malenotti, scritto da Carlo Maietto e Brunello Rondi, e interpretato da lei in coppia con Susan Strasberg.

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Quanto al terzo personaggio che viene tirato in ballo dalla lettera di Markovic, François Marcantoni detto Marc Anthony, è un pericoloso gangster corso, grande amico dei Delon, già ospite a più riprese delle prigioni francesi, gestore di un bar-ristorante molto frequentato, “La Passée”, a Parigi.

Quando Delon è stato espulso dall’Indocina, nel 1958, è stato Marc Anthony a salvarlo a Tolone, a rimetterlo a posto. Lo sanno tutti. E’ anche molto amico della cantante e attrice Marie Laforet, bellissima. La sera che è morto Markovic, la Laforet stava assieme al ministro degli interni marocchino, Mohammed Oufkir, il mandante del delitto Ben Barka. E’ amico della cantante Nicoletta, di Guy Bejart. Sta venendo fuori un casino. Soprattutto le feste allegre che Markovic prepara assieme a una signora più esperta nelle campagne parigine.

A un certo punto viene fuori un altro slavo, Uros Milievic, che è stato l’ultimo a vedere vivo Markovic. Racconta che l’amico gli aveva detto che stava per fare un colpo grosso che lo avrebbe fatto ricco. Quando entra nel taxi e lo saluta per l’ultima volta, dentro c’è guarda caso Marc Anthony, il corso. E’ per questo che verrà incriminato come complice del delitto proprio lui. Lo mettono dentro. Ma dove sono le prove?

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Delon viene interrogato la prima volta a Cannes, mentre gira il film, mentre Nathalie, pur invitata a presentarsi a Parigi, non si presenta, chiudendosi a Roma per più di due mesi. I Delon sono molto legati sia a Marc Anthony che a Markovic, che è stato presentato alla coppia da un altro serbo molto chiacchierato, Milos Milosevic, precedente segretario di Alain.

Ma, guarda un po’, è stato proprio Milos a presentare a Delon la bambola bionda, Francine Canovas, sua fidanzata, che passerà direttamente dalle braccia della guardia del corpo a quelle della star. In luna di miele in America, dopo il matrimonio del 1964, sono andati in tre, Alain, Nathalie e Milos, che deciderà di rimanere a Hollywood. Ma, prima, ha presentato ai Delon il suo sostituto, Markovic. Nel frattempo, a Hollyowood, Milos è stato scoperto cadavere nel letto di Carolyn Mitchell, freddata anche lui, moglie poco fedele dell’attore americano un po’ in disgrazia Mickey Rooney. Si parla di omicidio/suicidio. Mah! Delon lo farà imbalsamare.

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Con Milosevic, Markovic divide non solo il fatto di essere morto malamente, ma una carriera di playboy, di mitomane, di belle donne e di ricche signore borghesi, di conquiste che ha forse troppo sbandierato. E sicuramente ha fotografato nelle serate allegre, con la Polaroid. Al punto che Markovic, assieme a un altro tipaccio, finito in carcere, certo Akov, ha ricattato le signore in questione. Tra le sue amanti brilla certo per importanza la bella Nathalie, già da qualche mese segnalata come pronta al divorzio, che ha fatto la terribile sciocchezza di scordare in camera del defunto la sua agendina telefonica e di vederlo poco prima di partire per Roma.

Ma non è ahimé la sola, visto che presto verrà fuori il nome di una serie di ricche signore borghesi e tra queste anche la moglie del Primo Ministro gollista Georges Pompideau. L’affare si ingrossa, insomma. Mal gestito dai servizi segreti, complicati dai traffici di droga dei simpatici amici serbi del clan Delon. Questo porta a una serie di continui attacchi giornalistici al potere gollista.

A un certo punto, risentito dal giudice Patard, Alain Delon dirà quello che in fondo già si sapeva, che sua moglie aveva una storia con il suo amico e segretario Stevan Markovic. Che non era però così amico, visto che guarda un po’, aveva perso il posto ultimamente. Poi, con 65 giorni di ritardo dalla richiesta che le aveva mandato a Roma il giudice Patard, arriva a Parigi anche Nathalie Delon con la sua Jaguar grigia, tutta fasciata di nero, elegantissima. Delon ha detto che per lui, marito quasi divorziato, che arriverà nello stesso anno, il tradimento non è un problema, visto che sua moglie è una donna libera, che può fare cosa vuole.

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E viene fuori che Markovic si vantava di avere rapporti sessuali non solo con Nathalie, ma anche con Alain Delon, che ha sempre dichiarato che in amore tutto è permesso. Il problema, però, è che Markovic stava scrivendo un libro intero dedicato ai Delon e alle loro stravaganze sessuale, che inizia così: “Mi accingo a raccontare la storia di una coppia la cui ascesa è stata spettacolosa, ma la cui dissolutezza…”.

C’è chi accusa Delon di essere il mandante dell’omicidio. E, certo, tutto questo giro di malavitosi, serbi o corsi che siano, frequentati dal clan Delon, con una serie di ricche signore borghesi legate a potenti politici gollisti francese, è pericoloso. Delon cambia strategia e chiede protezione. Visto che ha saputo di un sicario partito dalla Jugoslavia per ucciderlo, teme attentati a lui, alla moglie (“Vogliono uccidere mia moglie!”, titolano i giornali) e al loro bambino, Anthony, nato nel 1964, poco dopo il loro matrimonio riparatore. In realtà, benché giovanissima, Nathalie, che si chiama in realtà Francine Canovas, nata in Marocco e di origine spagnola, mai visto o quasi il padre, madre risposata cinque volte. Ha anche un’altra figlia, che si chiama proprio Nathalie, nata dal suo precedente matrimonio con Guy Berthelemy.

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Con Alain si erano conosciuti già nel 1961 e avevano avuto una storia segreta di qualche anno prima che uscissero allo scoperto e che lui si lasciasse con Romy Schneider dopo sei anni d’amore. Lei non faceva un lavoro particolare, un po’ modella, un fotografa, ma anche scrpt girl sul set di “Il tulipano nero”, celebre film di Alain.

Prendendo il nome di “Nathalie Delon”, Francine inizia una carriera nel cinema e nel bel mondo internazionale. Col clan Delon a Parigi, col clan Gigi Rizzi, non troppo dissimile, sulla Costa Azzurra. Anche se ora preferisce rimanere in Italia. I due, che si sono fatti vedere assieme alla prima del film di Melville nel pieno dello scandalo Markovic, in fondo è un film di gangster, stanno andando benissimo al cinema.

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Lui sta per girare con Jean Gabin “Il clan dei siciliani”, un altro bel filmone di malavitosi. Lei ha ricevuto varie proposte. Melville la vuole prima come protagonista di un film che non si farà, “La chienne”, “La cagna”, tratto dal romanzo di La Fouchardiére già portato al cinema da Jean Renoir, poi del bellissimo “L’armata degli eroi” a fianco di Lino Ventura. Ma presto girerà con Jacques Deray “L’uomo di Saint Michel”, con Ado Kyrou “Il monaco”, già progetto di Luis Bunuel, poi “Barbablù” di Edward Dmytryk con Richard Burton protagonista. Lo scandalo, l’Affare Markovic, coi suoi alti e bassi andrà avanti fino a metà degli anni ’70.

alain delon il figlio del gangsterALAIN DELON IL FIGLIO DEL GANGSTER

Senza vere prove, Marc Anthony verrà scarcerato. Non si saprà mai come sono andate le cose. Intanto Nathalie Delon gira molti film. “Colinot l’alzasottane” di Nina Companez con Brigitte Bardot, “Una romantica donna inglese” di Joseph Losey con Glenda Jackson, Michael Caine e Helmut Berger, “Una femmine infedele” del suo amico Roger Vadom con Sylva Krystel e Jon Finch, “La petroliera fantasma” di Christian-Jacque con John Phillip Law, Lucretia Love, ma preferisce starsene in Italia lontano dal clan Delon.

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Si sono separati ormai da qualche anno per “mutua angoscia mentale”. Quando riparla di loro e dei loro eccessi ai giornali italiani, dice che “Dieci anni fa io e lui avevamo fatto impazzire tutte le brave borghesi francesi, quelle che oggi sospirano per un tricot venuto bene”. Ha avuto altre storie nel frattempo, con Marc Porel, con Franco Nero. Ma niente di definitivo.

Al cinema la troviamo nei ruoli da donna ambigua e pericolosa, “Hold Up per una rapina” di german Lorente, in un horror come “Un sussurro nel buio” di Marcello Aliprandi, un giallo come “I gabbiani volano basso” di Giorgio Cristallini con Maurizio Merli, un fantascientifico come “Occhi dalle stelle” di Mario Gariazzo con Robert Hoffman. Negli anni ’80 smette col cinema, farà un film da regista nel 1988, “Dolci bugie”, per poi apparire nel tardo e bellissimo film di Werner Schroeter “Nuit de chien”, che abbiamo visto a Venezia, dove è la proprietaria del bar.

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