Flavio Lotti: “Perugia-Assisi, i politici vengono ma fanno l’opposto della nostra marcia”

per Gian Franco Ferraris
Autore originale del testo: Tommaso Rodano
Fonte: Il Fatto Quotidiano

Flavio Lotti: “Perugia-Assisi, i politici vengano ma fanno l’opposto della nostra marcia”

L’ORGANIZZATORE – “La marcia per la pace è aperta a tutti, però ha parole d’ordine chiare. I media danno la caccia ai pacifisti

Flavio Lotti è l’organizzatore della marcia della pace Perugia-Assisi ormai dal 1995. “In questi giorni non ho avuto nessun contatto con i leader dei partiti nazionali – dice – non so se parteciperanno”. Con la politica si è creato un solco: “Nel tempo ci sono stati momenti di partecipazione e altri di lontananza, ma la crisi del rapporto tra pacifismo e politica ha radici profonde, da anni. Noi abbiamo raccolto adesioni da oltre 130 territori, da sinistra a destra, ma a livello di comuni, province, regioni e grandi capoluoghi. Con i rappresentanti delle comunità locali lavoriamo meglio”.
È deluso dal silenzio dei partiti nazionali?

Non abbiamo rivolto inviti specifici ai partiti o a parlamentari, la marcia naturalmente è aperta a tutti. Io faccio parte di quella corrente che si è sempre definita del pacifismo “politico”, di quelle persone che credono nel ruolo fondamentale della politica per la costruzione della pace. Abbiamo lavorato molto sul piano istituzionale in questi 40 anni, ma nell’ultimo decennio si è manifestato un calo progressivo di attenzione, di impegno serio, concreto, sulle questioni del mondo.

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La crisi dei partiti ha incrociato quella del movimento pacifista?

Io direi piuttosto che negli ultimi 10 anni la politica ha smesso di occuparsi degli affari del mondo, quindi ovviamente anche della costruzione dalla pace. Credo sia un problema della politica e delle istituzioni. Un distacco che abbiamo sempre giudicato allarmante, perché non è possibile la pace senza la politica. Oggi infatti se ne paga il conto: questa guerra è il segno di un fallimento su scala globale e su scala europea; il fatto che la politica abbia rinunciato il proprio ruolo affidando il futuro dell’Ucraina solo alle armi è grave e preoccupante.

Alcune delegazioni dei partiti di centrosinistra raggiungeranno comunque Perugia. Ci dovrebbe essere il M5S e ci saranno alcuni esponenti del Pd. La linea sulle armi del partito di Letta è compatibile con la marcia?

La marcia è convocata su una piattaforma e su un appello molto chiaro, chi viene lo fa per condividere quell’appello, oppure evidentemente ha altre motivazioni. Non ho avuto modo di parlare con nessuno di loro e penso che ciascuno dovrà fare i conti con la propria coscienza e le proprie scelte. Se la marcia dovesse aiutare a riaprire un canale di dialogo con la politica, che oggi fa esattamente il contrario di ciò per cui marceremo, lo trovo un fatto certamente positivo. Vedremo se è il caso. Chiedo ai politici di riconoscere le ragioni di chi si impegna per la pace. Il mondo della comunicazione ad esempio non lo sta facendo.

Dopo l’Anpi, ora vi sentite anche voi sotto attacco?

C’è una caccia al pacifista, una delegittimazione di tutte le tesi diverse da quelle dei fautori della guerra giusta, che è preoccupante per la democrazia.

L’ultima polemica è sul manifesto della marcia di domani. Ne è pentito?

Scherza? Questa polemica sull’illustrazione è veramente impressionante. “Fermatevi, la guerra è una follia” sono le parole di papa Francesco. Con chi ce l’hanno, col Pontefice?

In verità è stata attaccata l’illustrazione, perché suggerirebbe equidistanza tra Russia e Ucraina.

È la stessa illustrazione che usammo per la marcia del 16 marzo 1999 (in foto), quando scendemmo in piazza contro la doppia guerra del Kosovo, di Milosevic e della Nato. Quel disegno per noi rappresenta la realtà della guerra. Non siamo per l’equidistanza, ma per l’equivicinanza: siamo vicini a tutte le vittime, da qualsiasi parte stiano. Ci attaccano con argomentazioni ridicole: noi non abbiamo mai avuto dubbi nel riconoscere gli aggressori e gli aggrediti.

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