I governi europei stanno sfruttando la pandemia a favore delle multinazionali

per mafalda conti
Autore originale del testo: Federico Leo Renzi
La repressione delle proteste in Olanda ci mostra come verranno gestite le future manifestazioni di dissenso nei confronti delle misure anticovid dei governi: con le bastonate e il piombo.
Il centro della questione non sono le misure antipandemiche, né per i manifestanti né per gli esecutivi: la posta in gioco è la ristrutturazione dei rapporti di forza economici.
I governi europei stanno sfruttando la pandemia per accelerare un processo in atto da almeno 30 anni: la distruzione della piccola proprietà privata e della piccola-media industria a favore di multinazionali monopoliste e semimonopoliste, capaci di aumentare la produttività del lavoro mentre decurtano nettamente i diritti dei lavoratori e i loro salari.
Non a caso la gran parte dei sostenitori delle misure antipandemiche emanate dai vari governi sono i grandi industriali, le multinazionali, la classe media impiegatizia, il ceto riflessivo, cioè tutti coloro a cui le misure emergenziali hanno procurato un guadagno o hanno lasciato invariato il reddito, e che sperano di blindare questa situazione da qui all’infinito, per lasciare che siano i bottegai, i piccoli imprenditori, i lavoratori della produzione, della GDO e della logistica a continuare a pagare i costi economici della crisi nei secoli dei secoli.
Il fatto che in questo quadro le manifestazioni di protesta divengano sempre più organizzate e partecipate, porta naturalmente gli esecutivi e i propri sostenitori a teorizzare (e praticare) la repressione più brutale: siccome l’obbiettivo è blindare i rapporti di forza e non certo di riequilibrarli, qualsiasi contestazione diventa un attacco frontale che deve essere represso ad ogni costo.
Commento:

Davide W. Pairone

Bastano 3 parole a smontare questa posizione schematica e semplicistica: Great Barrington Declaration, promossa a quanto mi risulta non propriamente da operai, piccoli imprenditori e commercianti ma da un network globale di turboliberisti
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